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All’Angolo, un'idea di Taglioavvenuto

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Cari autori e tutti coloro che parteciperanno a questa discussione filosofica,
prima di palesare la mia opinione sull’argomento, vorrei contestualizzare  l’autore per permettere ai chi parteciperà di dare un parere conoscendo bene di ciò che si sta parlando…E prima  d’essere frainteso, vorrei precisare che queste mie precisazioni non sono certamente dettate da chissà quale forma di sapere, ma piuttosto sono generate da una propensione atta a mettere in condizione chi vorrà animare questo consesso d’avere ben chiaro l’argomento. Chiarito ciò, iniziamo.
Francois Marie Arouet [conosciuto meglio con lo pseudonimo di Voltaire] nasce a Parigi. E stato filosofo, scrittore, drammaturgo e poeta. Il suo nome è strettamente legato al movimento illuminista e dicendo questo si capisce già il suo approccio sulle cose. Ebbe una vita movimentata. Il suo modo così irrequieto di esternare il pensiero lo costrinse per un certo periodo a esiliare in Inghilterra, dove ebbe modo di frequentare personaggi illuminati che lo iniziarono alla dottrina illuministica. Nel 1731 rientrò in Francia e cominciò a scrive opere drammaturgiche che gli procurarono nuovi fastidi. Dopo un periodo in cui soggiornò in Prussia e in Svizzera, dove litigò con il sovrano Federico II causa una speculazione finanziaria, ritornò in Francia. Ormai ricco e famoso divenne un faro per tutti gli illuministi. E’ chiaro e evidente che la sua biografia è costellata da altri avvenimenti di una certa importanza, ma per non tediare oltremodo chi legge mi sono limitato a segnalarvi solo alcuni tratti. Per dovere di obiettività intellettuale, mi preme altresì riportare la notizia di qualche tempo fa, della cui affidabilità bisogna accertarsi, che dichiara Voltaire abbia avuto una conversione al Cattolicesimo…Voltaire intese la filosofia come attività militante, indirizzata a diffondere la conoscenza e alla coltivazione dello spirito critico in modo tale, puntualizzando il senso empirico, trarre il massimo beneficio per l’umanità, vista ovviamente al raggiungimento di una concezione del mondo più conforme alla ragione. Da ciò, pertanto, profuse tutti i suoi sforzi per osteggiare il dispotismo, il dogmatismo, ma in primo luogo il fanatismo, identificato per assioma con la religione positiva, contenitore, a suo parere, di menzogne e assurdità che, strumentalizzate e manipolate dal potere, portano alle persecuzioni e all’intolleranza. Da tale presupposto parte il suo entusiasmo per l’empirismo e l’accettazione di un deismo puramente naturale e razionale. In questo senso, dietro il suo apparente scetticismo, Voltaire manifesta un’immensa fede nell’uomo e nella sua perfettibilità. Dopo questa breve introduzione, si può schematizzare per comodità il pensiero filosofico del francese in queste tre assi portanti: 1 - la religione naturale del deismo; 2) la morale, che, a suo avviso, è una e una sola per tutti;  3) la libertà e il compito di liberare gli uomini dai pregiudizi che la religione e la politica hanno loro imposto. Ed è proprio su queste tre basi che va riportata la Genesi…Spero d’essere stato chiaro…A questo punto s’aprano le danze…

Francesco Anelli

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