Scritto da © Wingdings - Sab, 13/02/2010 - 10:44
Ricomincio da due versi.
Centrifuga di sensi
senza ritorno, a rallentare
in immagini
a scollare.
Sono io,
sono stato.
Quel che l’ombra sfuma
a brandelli inumiditi
ricordi di foglie sembra
turbinare.
Fotogrammi di gente inerme
che ruba istanti. Santi, inchiodati
ed alti, sopra fragorosi salmi, spasmi
di pensieri sparsi.
Arsi.
Come un bisogno insano d’incendiare
secondi su secondi e mondi, e frasi,
e sentieri di pozzanghere. Di sole che
non potrà mai asciugare,
per il freddo lontano,
sul sogno d’ognuno, vicino,
a tratti irregolare.
Freme la voglia, la soglia del sempre e da sempre del
tornare.
Breve, come un tratto di penna
s’un foglio muto incede
d’inchiostro bianco su muschio stanco,
d’orme incerte, aperte,
su frasi, parole, statiche,
emozioni.
E sono io
e le mie illusioni.
Sebastiano Infantino
13 febbraio 2010
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