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Domande sulla purezza ( da una frase di Mario Trejo).

Il libro monologo, scritto in prima persona, " Tre cavalli" di Erri De Luca ( Feltrinelli 2010 ultima  edizione) contiene  una frase - posta ancor prima della premessa al testo- dell'intellettuale argentino, Mario Trejo. Una proposizione  a mio parere, che apre a  una vera  riflessione  e come tale ve la consegno :  "  Guai a quelli che non praticano la propria purezza con ferocia". E' una frase che mi ha posto interrogativi ,  soprattutto in riferimento a  questi tempi, così inclini al pensiero comune e omologato, alla comodità di essere maggioranza nel sentire  e nel pensare.Purezza intesa come? Autenticità e consapevolezza di sè? Rifiuto del compromesso e dell'equivoco anche intellettuale? Mi accorgo che è difficile giostrare questo sostantivo che è di per se stesso non inquinabile e si pone in toto nel suo significato. E come intendere  il " praticare  con ferocia"?  come battaglia interiore  instancabile oppure come capacità  costante  di contrapporsi? Preciso che Trejo nasce nel  1926, quindi è figlio di  tempi buii e conosce il secolo della  guerra e della folle dittatura argentina.La frase in sè mi atterrisce, per l'impegno  sovrumano che pretende.
 
(  "Castigo para los que no practìcan su pureza con ferocidad ").

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