Scritto da © 'O Malament - Lun, 07/01/2013 - 16:24
Trasmetto. Allampuntuto, un lampione, trasmetto la mia intermittente ansia vitale alle piccole rondini nere che, poggianti sulle diramazioni da elettroshock con i loro scarni piedi partiti da uccelli, le ginocchia puntute, eseguono quotidianamente le loro brave esercitazioni di pausa e di volo.
Una di fianco all’altra, tutte rivolte verso Nord come là avessero lasciato quanto c’era da lasciare, e il quanto dovesse restare là dove si trova, paiono la prima linea di un esercito armato di sole indomite ali.
< Cominciamo prima quest’anno.>
< Perché?>
<È il 2013,>
Ogni volta mi lasciano così, senza risposta.
La mia lampadina, rottasi dell’andirivieni interessato della compagnia elettrica, che approfittando della crisi economica, che è di ognuno, non si fa più specie delle intermittenze artificiali, non solari voglio dire, e mi sbeffeggia, corre in aiuto:”.--. . .-. -.-. .... ..-.. ..--..” punto,(cioè scuro- termine dell’incandescenza) due linee, punto, punto, punto, una linea, punto…
Sono riuscito a tramettere il mio "perché?" di nuovo. Ovviamente non mi fidavo del mio linguaggio. .
Comprendono, queste maledette. D’altra parte non furono i pesci a trasformarsi in uccelli, un po’ come avvenne con noi uomini?
Darei il privilegio della primogenitura agli uccelli, altrimenti come faremmo, a mò di esempio, come essi ad avere sole due braccia e due gambe?
Altrimenti come, e da quale recondito angolo di oscure memorie, diremmo ancor oggi, di una donna, di un uomo, “ha il naso, gli occhi, il mento, di un uccello”?
Propendo per quest’ultima tesi, etiam deo anche sull’ulteriore supporto empirico che, sempre di noi parlando, si dica “grasso come un tordo, magro come uno stambecco, allampanato come un lampione”. Questa è un pochino più complessa.
Comprendono, queste maledette. D’altra parte non furono i pesci a trasformarsi in uccelli, un po’ come avvenne con noi uomini?
Darei il privilegio della primogenitura agli uccelli, altrimenti come faremmo, a mò di esempio, come essi ad avere sole due braccia e due gambe?
Altrimenti come, e da quale recondito angolo di oscure memorie, diremmo ancor oggi, di una donna, di un uomo, “ha il naso, gli occhi, il mento, di un uccello”?
Propendo per quest’ultima tesi, etiam deo anche sull’ulteriore supporto empirico che, sempre di noi parlando, si dica “grasso come un tordo, magro come uno stambecco, allampanato come un lampione”. Questa è un pochino più complessa.
È indubitabile che nel dire umano ci si rifaccia, comunque, ad immagini antiche, di quanto? Può tale riferimento costituire un inconscio, un tipo, o dipende dall’osservazione di un balordo durante una forzata convivenza, durante la quale gli uccelli ancora volavano rasente le nostre teste ed i nostri fianchi (la presa più sicura) e ci artigliavano portandoci in volo fino agli implumi?
Quando ci trasformammo da polidrupedi in bipedi?
Quando ci trasformammo da polidrupedi in bipedi?
Oh, specie previlegiata, quanti rimpianti!
Hanno rivolto l'occhio sinistro a me fissandomi (non abbassano mai una palpebra che una queste incivili, si può dire incivili?) e mi hanno cinguettato "perché si!"
Ora vi lascio, tornando con le ceramiche al cielo celeste tramonto.
Ora vi lascio, tornando con le ceramiche al cielo celeste tramonto.
Che durata avranno queste ceramiche?