Scritto da © Maria34 - Mar, 09/02/2010 - 20:31
Sono le undici passate.
Fra un momento spegnerò la luce.
Sono seduto sul ciglio del mio letto.
Fra un momento sarà tutto buio.
E' come quando sono seduto sul bordo della mia barca, coi piedi già in acqua, le bombole sulla schiena, la maschera ed il boccaglio stretto fra i denti.
Spengo la luce. Mi lascio cadere di fianco, adagio la testa sul cuscino. Mi copro.
Le lenzuola un po' fredde. Mi rilasso.
Un colpo di reni e salto giù. L'acqua inevitabilmente fredda al primo impatto.
Un ultimo controllo alle attrezzature, una capriola, scendo.
Sono un po' teso, come ogni volta. Pochi attimi e mi rilasso
Gli occhi restano spalancati, fissi a guardare nel buio.
Quale immensità è il buio. Mi sento piccolo piccolo.
Penso.
Mi sembra di essere immerso nell'infinito.
Gli occhi spalancati, continuo la mia immersione.
Quale immensità sento intorno a me. Mano mano è sempre più scuro.
Il campo visivo sempre più ristretto, si riduce al cono di luce delle mie lampade.
Mi sento sempre più piccolo.
Ho l'impressione di essere inglobato nell'infinito
Entità troppo grande per la mia stanza e la mia mente, c'è da perdersi.
Il mio sguardo avanza instancabile scansando stelle e pianeti, ma è come camminasse in senso opposto su una scala mobile.
Un minimo di angoscia.
Mi sento sospeso nel nulla, un frammento di meteorite nello spazio.
Se non ci fosse il rumore ritmico dell'aria che gorgoglia all'uscita del boccaglio, il silenzio sarebbe totale, il senso del tempo quasi nullo.
Un minimo di angoscia.
Che stupido sono! E' una vita che la sera mi addormento, un'attimo e sarà mattina.
No! Non è vero.
Prima dovrò sottostare alla volontà di Morfeo, che vuole farmi sognare, che vuole stupirmi coi suoi effetti speciali, che vuole insinuarsi nella mia mente, e farmi vivere la sua fantasmagorica verità: i sogni.
O se preferite, dovrò sottostare alle paturnie del mio cervello.
Il mio viaggio è cominciato da pochi minuti, sono sceso solo di pochi metri.
L'ambiente mi impone il suo maestoso scenario.
Un insieme di effetti speciali tutto intorno a me.
Normalmente nei sogni viaggio.
Sovente sono su un treno, ma anche su un bus, un aereo o un'auto.
Stazioni, aeroporti, autostrade. Alberghi.
Vedo tanta gente.
Chi si raduna in moltitudini sotto un simbolo, una croce, una mezza luna, una svastica, o intorno a poche persone che fanno attività irrazionali; tipo prendere a calci una palla, scivolare sulla neve, o ripetere più volte alla velocità massima possibile lo stesso percorso.
Vedo chi viaggia solo e chi è seguito da stuoli di cortigiani.
Chi si interessa dei più deboli, chi corteggia i potenti.
Chi costruisce, chi distrugge.
Chi uccide, chi viene ucciso.
Vedo distese immense di alghe dai verdi più disparati, che ondeggiando lasciano intravvedere scogli, sabbia, conchiglie, molluschi e altre innumerevoli forme di vita.
Sorpreso dalla luce delle mie lampade, c'è chi si muove un po' infastidito e chi spaventato guizza via come un fulmine.
C'è chi si muove solitario, chi in banchi, chi ha colori vivissimi, chi cerca di mimetizzarsi, chi ha una livrea di varie tonalità di grigio argento e azzurro.
Chi fermo aspetta la preda, chi in movimento va a cercarsela.
Pesce grande mangia pesce piccolo.
Tutto sembra accadere secondo un disegno prestabilito e regole precise, come all'interno di un motore, dove l'obbiettivo del progettista è quello di produrre energia.
Ma qual'è l'obbiettivo del Sommo Progettista?
Se continua così, non riuscirò a prender sonno
Stefano Franco Sardi
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