Scritto da © Piero Lo Iacono - Mar, 18/12/2012 - 21:04
Che altro -chiese-
oltre ai fiumi
scorre verso il mare?
I pioppi che sfoggia sui bordi.
I sassi che rotola nel letto.
Le radici afferrate alle pietre.
Le città che bagna.
Un pescatore che allaccia un luccio.
I monti disciolti in neve.
La trota che trotta.
La saliva dell’annegato.
La bava del bue che nuota.
Il giovane faggio spaccato dal fulmine.
Il vincastro del viaggiatore remigante.
I vigneti ebbri di uve nere e bianche.
La primavera dei ciliegi.
Il bacio dei salici in fila
sui cigli delle due rive.
Quante vite trascini
al mare del morire
o Fiume che nasci
dal cuore della pietra
tua prigione
e come un canto esci.
Non so se vai fuggendo
per terrore della fonte
da cui scaturisci
o se insegui da cacciatore
le tue stesse acque in corsa,
mai raggiunte e senza ritorno.
Atleta Fiume
che scendi nella zuffa
dei pianori e delle selve
per le radure e le bassure
tracimate d’acque in fuga
che leste dispaiono altrove
oltre i ruderi del diaspro.
Finché non sfumi.
Il mare ti rapisce.
L’orizzonte ti beve.
E un altro diventi.
Mirra che scorri ed erri.
4-7-2010
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