Scritto da © Max - Lun, 17/12/2012 - 13:50
Sono sempre lì nel rancore di uno spazio,
a godere della solida cecità del tempo.
Sedeva in un sorriso aperto
sotto la volta intricata del cielo,
lei il limite di uno sguardo,
mi fissava e lacerava l’aria,
una luce squillante e violenta.
Sono sempre lì nella sordità del corpo,
a ricamare di pensieri le promesse,i ricordi.
Ha superato il confine degli anni, rideva,
l’umidità si depositava, e taceva.
Sono sempre lì nel fastidio di un tramonto,
a rincorrere le parole disperse di nebbia.
Sedeva in un sorriso aperto
sotto la volta intricata del cielo,
lei il limite di uno sguardo,
mi fissava e lacerava l’aria,
una luce squillante e violenta.
Sono sempre lì nella sordità del corpo,
a ricamare di pensieri le promesse,i ricordi.
Ha superato il confine degli anni, rideva,
l’umidità si depositava, e taceva.
Sono sempre lì nel fastidio di un tramonto,
a rincorrere le parole disperse di nebbia.
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