Sembra sia sceso il grigio sulle spalle, quando ne senti il peso e pieghi il capo su carte, fitte di segni che non vedi se l'occhio si perde in amarezze.
Sono di mandorlo i petali poggiati sulla riva, conchiglie bianche in attesa d'impronte, sottomesse al transito dei pensieri. Sapranno di sale le tue labbra strette di noia e di vento, lo sguardo altrove, fisso davanti.
Pacato, distante da tutto ma non da te, eppur vorresti, ti siedi al bar come d'estate. Sbatte e percuote un legno, il cartello slegato, a farti tornare, nonostante te.
Sorseggi un caffè, il gusto dimenticato in un afflato di fumo, un altro trattenuto a riempire i vuoti, poi soffiati lontano, contraffatti da giochi leggeri.
L'avvizzire nei minuti d'un giorno pervinca, questo il detestabile... Fortuna il libro nella tasca del loden, e un sentimento dorato, accende sorrisi di stelle sulla schiena.
- Blog di Manuela Verbasi
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