Scritto da © Untel - Mer, 21/11/2012 - 14:07
Se in un precedente commento affermavo che nel mondo d'oggi essere poeta è già una sovversione ,adesso aggiungerei un altro fattore che,secondo me, determinerebbe uno sconvolgimento: l'ironia. Oggi essere ironici è come essere rivoluzionari. E' essere poeti. Ma il poeta non è ironico. Che strana equazione: x uguale a z, y uguale uguale a z, ma x non è uguale a y. La matematica è un'opinione quando al poeta non gli riesce proprio d'essere ironico, salvo per alcuni casi. Un tempo l'angoscia della guerra consumava il sorriso, i dolori del giovane Werther e quelli di Childe Harolde non erano motivo per canzonarsi. Ma adesso? Adesso ci si prende troppo sul serio e commetterei un grave errore se dicessi che soltanto il poeta, o uno scrittore in genere, non ha ironia. E' ormai attitudine dell'essere umano il fatto di prendersi troppo sul serio. Lo si nota dappertutto. La polemica è sempre sulla porta e spesso entra senza bussare. Ma l'ronia dov'è? sembra non si conosca il tempo e la maniera d'essere ironici. Anche con sé stessi. Non è perché siamo troppo tristi, è che siamo troppo irascibili. Basta poco per difenderci. Lo vedo in un post, in un commento, e poi fuori, dopo una partita di calcio, durante le primarie politiche. Ora non voglio abbonarmi all'incanto e lasciare ai disicantati l'onore di detenere la verità e le scarosanti ragioni per inquietarsi, ma essere sempre incazzati non è un dovere. Perché non è un dovere far esplodere i ponti tra le persone. L'ironia è edificante e dà un piacere sofisticato e semplice al tempo. L'ironia eccita; ed eccita nel sesso. E' un piacere raffinato. Fare l'amore con qualcuno che conosce soltanto moventi seriosi è triste. E' quasi volgare. Allora perchè il poeta non è l'amante che mette ironia per soggetto? E' semplice, perché si piace serio. Perché per lui scrivere poesie o fare l'amore è solo un momento per buttar fuori tutto quello che ha dentro. Un'eiaculazione crudele.