L'ultimo dente {parte prima} | Prosa e racconti | InaRimato | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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L'ultimo dente {parte prima}

Non so, proverò a descriverla, ma vi dico già da ora che non sarà un'impresa da poco e non so se crederete a tutto quello che vi dirò. Perché? Bé, perché, secondo me, non esistono più donne di quello stampo, (ed è quindi difficile fare dei paragoni) di quelle nate agli inizi del secolo scorso, con una tempra da far invidia a certe eroine dei fumetti o dei romanzetti, nei quali la protagonista primeggiava in tutto o contorceva tutto a proprio vantaggio, data la possanza fisica e l'inossidabilità spirituale.
Tutto delineato molto semplicemente, sia nel corpo che nella psiche, essenzializzato, per una sopravvivenza senza tanti fronzoli. Probabilmente, questo richiedeva il periodo storico, a chi nella propria esistenza avrebbe dovuto affrontare due guerre mondiali, la prima in giovane età, la seconda da donna concreta e matura.
La tempra, dicevo, è la caratteristica che contraddistingueva questa donna, che d'ora in poi chiameremo Nica (nomignolo donatole dal marito), il che però non vuol dire che fosse immune dai comuni sentimenti di sconforto o di paura, ma che semplicemente sapeva dominarli.
In un'epoca in cui la città è un miraggio e la vita rurale la normalità, ella, giovane sposa, è mezzadra e vive nella casupola messa a disposizione dal proprietario. In mezzo al frutteto, sola, il marito al lavoro, di notte in mezzo al niente. Ha un fucile, probabilmente un vecchio moschetto a carica manuale, ha la polvere ma non ha la palla per renderlo offensivo.
Rumori, che dal niente si amplificano, rimbalzano fra le mura di pietre, paglia e fango e s'insinuano nelle cavità auricolari.
Non ci pensa su due volte, ha dei fagioli secchi e andranno bene anche quelli con i malintenzionati.
Carica l'arma con i proiettili naturali e spara per scacciare la paura. Il vento, che porta le voci, zittisce al cospetto del boato che trasporta i semi  dei baccelli tra i rami ed i mandarini quasi pronti per il mercato.
Domani troveranno un nuovo frutto, quasi un arcaico e rudimentale ogm, ma non troveranno la paura negli occhi di Nica, che spavalda rientra in casa con l'orgoglio in spalla.
Ecco, questa è la donna che aiuta il marito a costruire la propria casa, impasta, trasporta pietre e poi asciuga il sudore e prepara da mangiare. Forse adesso riuscite a capire le mie prime parole.
Finalmente la casa è terminata, anche se nel perimetro di proprietà c'è più cielo che tetto, insomma l'essenziale, camino compreso, con la sua brace ed il profumo-ricordo di bruschetta con aglio e olio d'oliva. Più cortile che mura erette, dicevo e poi si fa tutto in casa, c'è pure il forno per il pane e gli animali scorrazzano allegri, fra le gambe. Il gallo, poi, è quasi un incubo, mi ha preso di mira e non mi riesce di raggiungere il gabinetto posto in fondo allo spiazzo. Devo tenerla o affrontarlo, lui becca forte ma io son più veloce....peccato che la direzione non sia quella giusta. Va bé, la tengo. Dall'altro lato del cortile, sotto una tettoia improvvisata, c'è qualcosa che mi affascina e mi attira immancabilmente. Sono attrezzi di vario genere, dalla falce alla mola manuale fino ad arrivare ad un oggetto che non ha niente a che fare con i mestieri civili. E' una vecchia spada, compresa di fodero e mi ricordo esattamente lo stupore che provai nel guardare e toccare quello strumento di guerra, che però mi dava l'impressione di non aver mai partecipato agli orrori dell'uomo. A lungo la cercai, negli anni che seguirono, ma senza risultato. Chissà in quale casa ha fatto bella mostra di sé, appesa alla parete della sala od in quale cantina ha consunto gli anni, prima di scomparire sotto la patina di ossido e ruggine.
Ma si sa, le cose vanno, i ricordi restano e seppure impalpabili, quelli belli, sono molto più intriganti della realtà, poiché il particolare che non ricordiamo esattamente, si trasforma immancabilmente in ciò che più desideriamo.
 
Sono le cinque e un quarto del mattino e Nica s'alza per andare al mercato, mentre il marito può riposare ancora un'oretta prima della dura giornata in miniera.
La donna è di statura media, ma il portamento, sempre col busto eretto, la costituzione robusta e lo sguardo che non ammette punti interrogativi, ne fanno una figura che non può che guardare dall'alto verso il basso. E' tempo di guerra, bisogna affrettarsi a prendere il posto prima degli altri per riuscire a portare in casa qualcuno dei pochi alimenti disponibili. I soldi son pochi, ma il brodo si fa con le ossa!
La carne potrebbe anche far male e poi la campagna è ancora generosa di frutti selvatici ed erbe che si possono ingerire. La strada per il mercato è lunga e buia ed i pochi lampioni mostrano solamente la loro ombra. <<Pochissima gente questa mattina>> pensa Nica mentre si avvicina alla meta <<anzi, a dire il vero, non ho incontrato nessuno>>
Al mercato, l'uomo, l'unico presente, le fa capire, con l'orologio fuori dal taschino, di aver scambiato le lancette, il tre per il cinque e viceversa. <<Oddio, mi sono alzata alle tre e venticinque e se mio marito si sveglia e non mi trova nel letto, potrebbe pensare qualsiasi cosa.
E' una temeraria, è sola in piena notte senza un sussulto, più volte ha vegliato i morti sdraiandosi di fianco al defunto quando la stanchezza prendeva il sopravvento, ma del marito ha rispetto e timore, per principio. L'uomo, nella vecchia società maschilista d'inizio novecento, va temuto e rispettato a prescindere da qualsivoglia considerazione.
Il calcolo del tempo necessario a far ritorno a casa, per spiegare l'accaduto a Nico (nomignolo del marito, anche se non mi credete!) e precipitarsi nuovamente nel tempio del commercio, è sufficiente a metterla fra le ultime della fila, quindi fra quelle che resteranno a digiuno di quel poco che offre quel luogo di scambio.
Non sia mai! Prende un sasso, che a quei tempi si trovano numerosi ai bordi delle strade e lo posiziona dietro l'uomo, il primo arrivato e unico presente.
<<Questo è il mio posto – dice alla persona col sasso alle spalle- sarò di ritorno prima dell'apertura e guai a chi oserà sopravanzarmi>>
Non ho nessun dubbio che Nica, quella mattina, abbia fatto la spesa entrando al mercato come seconda acquirente.
 

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