Scritto da © Pietro Roversi - Mer, 03/02/2010 - 15:56
Sulla plancia, la pancia della nave.
Nella stiva, la sua parte digestiva.
A bordo, due generi di pellegrini:
esposti, dei passeggeri sopraffini;
nascosti, dei batteri clandestini.
A dritta, la garitta
della guardia che veglia sulle rotte.
A babordo, la spia che ci sorveglia di notte.
Sul masto, dei cuscini
per contemplare comodamente
il mare vasto.
All'ancora, un atto pratico.
In sala macchine, il patto simpatico
tra il guasto e il meccanico.
Al timone, un comandante sornione.
E le vele, chi ce le issa, chi ce le scende?
L'eleganza di questa ciurma ci sorprende.
Nella stiva, la sua parte digestiva.
A bordo, due generi di pellegrini:
esposti, dei passeggeri sopraffini;
nascosti, dei batteri clandestini.
A dritta, la garitta
della guardia che veglia sulle rotte.
A babordo, la spia che ci sorveglia di notte.
Sul masto, dei cuscini
per contemplare comodamente
il mare vasto.
All'ancora, un atto pratico.
In sala macchine, il patto simpatico
tra il guasto e il meccanico.
Al timone, un comandante sornione.
E le vele, chi ce le issa, chi ce le scende?
L'eleganza di questa ciurma ci sorprende.
A prua, la paura di farsi la bua.
A poppa, la prudenza non è mai troppa.
Ma l'istinto a restare, o a restar solo,
prima o poi uno lo abbandona al molo.
[02102009]
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