Scritto da © giuliano leandro loy - Mer, 07/11/2012 - 18:30
Guardo ciò, che i miei occhi non possono vedere
ma la mia mente non mi inganna/.
Il tuo respiro, contrapposto al silenzio,
ma la mia mente non mi inganna/.
Il tuo respiro, contrapposto al silenzio,
le mie parole inquinate da pensieri/.
Sentieri inesplorati dall’emozione, e
fuori dall’interiorità le stagioni si susseguono fulminee/.
In lontananza riecheggia un carro rappreso nel fuoco,
un calesse precipitato da una stella,
un riverbero accecante/.
Mi conto i sassi in grandine di fuoco
che ne misura il tempo che me ne rimane/.
La primavera è lenta nella propria annunciazione,
Sentieri inesplorati dall’emozione, e
fuori dall’interiorità le stagioni si susseguono fulminee/.
In lontananza riecheggia un carro rappreso nel fuoco,
un calesse precipitato da una stella,
un riverbero accecante/.
Mi conto i sassi in grandine di fuoco
che ne misura il tempo che me ne rimane/.
La primavera è lenta nella propria annunciazione,
e ho pazientato lo schiudersi di un tuo divenire/.
Immemore ricordo colmo di gioia e tristezza,
dove potremmo immaginarci ora/.
Gli occhi attoniti in un'altra storia da reinventare,
smarriti e interdetti in uno stallo emozionale/.
Una ripida scala invisibile formata di parole,
Immemore ricordo colmo di gioia e tristezza,
dove potremmo immaginarci ora/.
Gli occhi attoniti in un'altra storia da reinventare,
smarriti e interdetti in uno stallo emozionale/.
Una ripida scala invisibile formata di parole,
e persuasi finanche dal dolore/.
Io ti narro, e mi stupisco dei tuoi occhi mutevoli, silenti,
tu … il mio narrante che socchiudi le palpebre al sogno
e che rendi luce dove vi sgorga/.
Tu … che nascondi il sipario dell’acerbo diveniente,
Io ti narro, e mi stupisco dei tuoi occhi mutevoli, silenti,
tu … il mio narrante che socchiudi le palpebre al sogno
e che rendi luce dove vi sgorga/.
Tu … che nascondi il sipario dell’acerbo diveniente,
e le virtù e la timidezza/.
Un pazzo è … colui chi si abbevera dal proprio narrante/.
Tu sorte vagante che ti nutri dei dubbi miei,
Un pazzo è … colui chi si abbevera dal proprio narrante/.
Tu sorte vagante che ti nutri dei dubbi miei,
e che mi scaldi farnetico davanti a un focolare/.
Osservo spesso nella notte dei
carri di fuoco precipitanti, e la
polvere in fiamma che si dissemina ovunque/.
Gli stessi astri complici tuoi, che costellano i miei pensieri e
che mi pongo a udire ciò che non potrò mai ascoltare/.
Un sussurro d'ali repentino e una luce che si perde nell'oblio,
e l'amore altro non è che,
Osservo spesso nella notte dei
carri di fuoco precipitanti, e la
polvere in fiamma che si dissemina ovunque/.
Gli stessi astri complici tuoi, che costellano i miei pensieri e
che mi pongo a udire ciò che non potrò mai ascoltare/.
Un sussurro d'ali repentino e una luce che si perde nell'oblio,
e l'amore altro non è che,
il sapersi confrontare in ciò che nella vita, ci divide/.
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