Scritto da © Franco Pucci - Dom, 21/10/2012 - 14:35
Il verde riemerso dopo l’inattesa marea,
brilla come gel impomatato sulla barena.
Aironi dalle zampe gialle e nivee garzette
improvvisano un regale “pas de menuet”
mentre raffinati piovanelli dal gilet nero
con ciarliere pettegole fanno ala al ballo.
Il rosso del tramonto che filtra dal vetro
m’imporpora i pensieri rapiti dalla scena.
Il finestrino della corriera è il diaframma
che mi separa dalla fantasia, dalla realtà.
Ancora un sobbalzo sull’asfalto del ponte
poi la danza si dissolve in argentei riflessi.
Sono arrivato. Meccanicamente la mano
scosta la tendina e la laguna è alle spalle.
Ti chiamo, un altro diaframma si oppone.
Obliqui raggi di sole trafiggono gli occhi
e stridii di gabbiani sul canale offendono
la voce, mentre il cuore anela il minuetto.
Parlo invano. Non mi sento, non ti sento.
Come la barena sommersa dall'acqua alta
attendo la bassa marea per un’altra danza.
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