Scritto da © matris - Gio, 18/10/2012 - 15:43
Poichè il nostro aspetto cambia di continuo dovremo far si che anche gli specchi cambiassero per essere più belli.
Stava per entrare nella doccia Maria elettrizzata dal tempo che mancava al suo primo appuntamento.
Lo aveva raggiunto con un messaggio poco prima dicendo che era propensa a portarlo fin dentro la casa dei suoi genitori per poter pasteggiare assieme e chissà poi cosa altro ancora.
Lei era tutta eccitata e non vedeva l'ora di abbracciarlo, baciarlo e proporsi a lui con tanta foga da ubriacarlo di moine e carezze..
Intanto il sapone scorreva sulla sua pelle liscia e giovane fino a scavallare i suoi piedi affusolati e scuri dal sole di agosto..
I capelli lunghi e neri svolazzavano senza fermarsi oltre le spalle e frustava incessantemente lo spruzzo della doccia il suo candore.. spiava attraverso le ciglia corrugate per non bruciarsi gli occhi verdi scintillanti.
Un suono proveniva dal salotto, un disco di John Lennon effondeva note incantate e il profumo fresco di un'estate sembrava avere il sapore del basilico fresco pestato in attesa di quel dolce pasto.
L'aveva conosciuto on line quell'impiegato, giurava di essere di lei innamorato .. non era un reato non averne mai sentito l'odore ma di lui conosceva tutto anche ciò che non si sarebbe potuto nascondere cioè il suo ardore.
Aspettava ora seduta su quel divano verde speranza, accomodata scioltemente in posa rilassata, sperava in cuor su di non avere nulla di fuori posto, tale da doversi preoccupare di come fare a sistemarla prima dell'imminente arrivo.
aspettò per più di due ore ancora seduta all'argando le fantasie oltre ogni limite, ogni tanto ridendo fra se e se e sfiorandosi i capelli con le dita..
Ai più quest'attesa sarebbe potuta sembrare infinita e spentesi le luci del giorno il nero della notte portò quella magica brezza che scaturiva dalle fessure della finestre aperte a rendere diffuso il frescore tra le mura.
E giù ancora un altro martini e a quell'ora ormai gli occhi facevano capolino perdurando nell'attesa le smanie ora più assopite e i sorrisi più celati.
Non si sarebbe più svegliata fino al mattino ed a ora tarda mentre il sole già alto in cielo preludeva ad un'altra giornata splendente.
Cosa ancora sarebbe servito per rendere felice un'altro momento così..
Maria aveva gli occhi asciutti non sembrava vedere il male, non sentiva dolore, guardò il cellulare sul tavolino vicino al vaso sgargiante di rose rosse, c'erano due messaggi nella posta da leggere, li aprì velocemente uno era del ragazzo che aspettava da tutta la notte, indicava che non poteva venire adducendo ad una scusa banale e si scusava per non essere stato più solerte nell'avvisarla.
Una smorfia e un grugnito misto ad una mezza esclamazione uscì dal suo musino "maledetto, me la pagherai", gettò il cellulare sul divano mettendosi le mani tra i capelli, era furiosa, guardò il bicchiere vuoto e lo riempì fino all'orlo di martini, incazzata..
bevve ingurgitando quasi senza prendere fiato, poi raccolse il cellulare e aprì l'altro messaggio..
era di Giulia la sua migliore amica, lo aprì pensando che poi l'avrebbe chiamata per confidarsi di quel momento.
La delusione fu immediata alle parole che lesse in pochi secondi, "Scusa Maria ma Andrea mi è piaciuto troppo me lo hai fatto conoscere in chat e dall'amicizia ne è nato un amore forte, scusami ancora se ti ho tradita".
Maria caracollò e sulle prime sembrava non aver avuto nessuna reazione.
Poi prese tra le mani il bicchiere mezzo vuoto e lo scaraventò verso la vetrata mandandola in mille pezzi.. Il rumore del vetro infranto accese l'aria circostante come il suo furore, cercò il cellulare e chiamò subito Giulia ma la linea era assente, Giulia l'avrebbe abbandonata per sempre.