Scritto da © Bruno Amore - Ven, 29/01/2010 - 09:51
certe volte siedo ancora
sulla spalletta del fosso (*)
stesso posto come cent'anni fa
a rimembrar la stessa gente passare
portando vecchi fardelli pesanti
borbottando tra se imprecando
e qualche importuno schiamazzo
scappare via a volo passero radente
quotidiane faccende in ciabatte
delle donne ai banchi del pesce
le giacche a spalla dei portuali
giù dal turno, abbottonati quelli
che andavano a montare sul trasto
lenti scricchiolare i navicelli (*)
imprigionati alle banchine
sfregandosi per le spinte d'onda
di qualche barca a motore
verso la darsena della fortezza vecchia
il grido gioioso di finto spavento
d'una madre che rincorre un elfo
irridente mezzo nudo inzaccherato
che finge d'essere imprendibile.
(fosso=canale; navicello=barcone da scarico)
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