Scritto da © giuliano leandro loy - Sab, 06/10/2012 - 08:21
La brezza di mare soffia costante
il tuo viso invaso da sabbia, dal sale
e il tuo volto n’è contratto
*
Il tuo sguardo rasenta appena le acque
e si disperde al di la della linea dell’orizzonte
al di la dei tuoi accadimenti
*
Le tue esili spalle raccolte e strette
e dietro d’esse in lontananza il sopramonte
nell’ arcaico suo splendore
*
Inali il sapore acidulo della salsedine
mentre un fenicottero rosa
dispiega le proprie ali nel vento
*
Le tue orme lasciate nella sabbia
il passo tuo è incerto
d’insieme al tuo futuro
*
Ti racchiudi dentro la tua moltitudine interiore
volteggi di pensiero e sentimento
dove non vi è l’accesso per nessuno
*
Il mare è di maestrale
l’onda tumultuosa riecheggia
urla e strazia un proprio lamento
nell’ordine immorale d’ogni cosa.
*
La transumanza dell’animo tuo
ne dispiega le ali alla tua necessità.
Tu ne sei l’eletta.
*
Porti la sopravvivenza nel tuo corpo
dove può germogliare improvvisa l’esistenza
e donde i tuoi sogni trasmigrano in materia
*
Io un pazzo e un maledetto cantastorie
io un saltimbanco che pondera della vita
la sua malinconica armonia
*
Io un disilluso
io che stupisco nell’ascolto
di un tremulo vagito.
*
Un sussulto interno mi scuote
una emozione mi ascende nell’ animo
*
E dentro questo momento
mi commuovo estasiato
ascoltando silente il tuo suono universale.
Sei tu donna quella melodia.
Sei tu amica mia, la medesima sostanza
per obbligo del creato.
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