BALLATA DALL’AUSTRALIA
Un Viaggio dentro un viaggio di Anna Zoli
Parte Tre
Dalla saga di Anna Zoli imparerete a conoscere com’era L’Australia dopo gli anni ’70, ma posso dirvi che quando lei arrivò in questo paese, l’Australia era ormai sulla via di una completa trasformazione che volava con passo veloce da ogni qualsiasi punto di vista.
Il fatto era forse dovuto al benessere che si stava generando nel paese, e in parte questo era pure un merito dovuto a quel grande numero d’immigrati Europei che ancora stava arrivando in gran numero portando con loro la loro cultura, cucina, saper fare, e la grande volontà di raggiungere al più presto a un’agiatezza finanziaria.
Com’era quindi l’Australia nel ’50, quando furono aperte le porte a quegli immigranti volenterosi che provenivano dall’impoverita Europa?
Questa è stata una domanda che molti mi hanno rivolto attraverso i lunghi anni in cui vivo in questa terra e alla quale sono sempre stato reticente a rispondere, sia per orgoglio personale e sia pure per non scoraggiare con il mio pensiero i molti che ancora desideravano venire.
Ben ci dice Anna Zoli, che molti sono stati attirati quaggiù dal desiderio di avventura, ed io fui pure uno di quelli. Poi Anna incalza col dirci, “….il confronto non c’è –non puoi paragonare un piccolo gioiello di stivale con un immenso Opale…”
Qui sono completamente d’accordo con Anna. Pure allora, in quei lontani anni del ’50, quando molti di noi arrivarono in questa terra, sebbene allora l’Italia fosse ancora in fasi economiche disastrose, non esisteva un possibile paragone. Esisteva il ricordo in noi della sua bellezza panoramica, i fatti storici e le opere artistiche, lasciataci dai nostri padri, che gravitavano enormemente sui nostri animi e se ne sentiva la mancanza.
Questo non era tutto. Si trovò pure la vita talmente diversa da quanto ci era stata promessa agli uffici di reclutamento. Trovammo che noi si era null'altro che umili emigranti e che per noi erano riservati unicamente quei lavori che l'Australiano non voleva per se, i più umili e male retribuiti. Molti di noi, specialmente per chi aveva in tasca un titolo di studio (ben pochi davvero), e ci aspettavano un miglior riconoscimento per le nostre capacita`. Ma no, signori miei. Venivano riconosciuti unicamente chi aveva frequentato collegi e università appartenenti al Commonwealth Britannico. Sicché tutti noi, come il resto dei poveri emigranti, dovemmo incominciare dalla gavetta, con lavori umili, pesanti, e una vita promiscua e per molti poco dignitosa.
Si, questa fu sempre la ragione della mia reticenza nel voler parlare del mio passato. Se allora solo non fosse esistito in me quell’orgoglio personale, e se solo avessi avuto un po’ di denaro in tasca, avrei preso la prima nave di ritorno verso l’Italia.
Poi alla fine, mi adattai alla sorte comune, e dopo i primi mesi di un duro lavoro manuale come contadino, l’aver dormito in una baracca di lamiere col pavimento di terra battuta, e nel vedere sguizzare decine di serpenti micidiali che danzavano all’intorno tra l’alta erba, presi la via verso Sydney ed verso un’altra grande nuova avventura… Già fu una grande avventura, in una città sconosciuta dove mi sentivo straniero ed incompreso, e con quei pochi maledetti Stirling Pounds in tasca che arrivarono troppo presto alla fine, prima ancora che potessi trovare la serenità spirituale con un lavoro che mi avesse garantito di vivere nel mio domani..
Ma ora tutto fa parte del passato. E non vale recriminare su quello che ormai è solo memoria. Ho imparato a vivere, a essere combattivo, e di più come poter essere self-sufficiente. Sono diventato uomo, ho sofferto, mi sono creato. Poi ho perso tutto nuovamente, nuove lotte, ma mai mi sono lasciato andare.
Oggi come oggi, potendo tornare indietro nel tempo, non cambierei nulla del mio passato e percorrerei volentieri la stessa strada del passato, perché quella è stata la mia vera scuola di vita la quale certamente non s’impara dai libri o su qualsiasi banco di scuola…
Vi narrerò ancor più della mia storia nella prossima e ultima puntata della ballata di Anna Zuli. Ora vi lascio con lei sicché possiate leggere le sue impressioni di questa terra, che sebbene dura, selvaggia, mutevole ed imprevista è pur sempre affascinante, che avvince, come lo può essere l’amata, dalla quale alla fine non ci si può distaccare…
Buona lettura,
Carlo
PARTE TERZA DELLA BALLATA DI ANNA ZULI
Nei “rest area” (1) gli incontri più svariati:
due single attempati - estranei alla partenza
ora viaggiano appaiati - ognuno sul suo van(2)
si tengono per mano con occhi trasparenti
s'inventano il futuro e van lontano.
-Questa e` la nostra casa-
dice una coppia di anziani pensionati,
nomadi sedentari mostrando una rulotte.
Pensionati "On the road"(3)
girano l'Australia, "Following the sun" (4)
Tutti battono le mani sul "Blue Water" (5)
agitando le braccia
per dare il benvenuto alle balene
quando il mare col sole si fa solido
emergono dall'acqua immerse e luccicanti
-corpo innarcato un attimo- e s'immergono
con un tonfo pesante
passano al largo nell'oceano
dal polo all'equatore.
...........................spettacolo annuale per turisti
...........................questo rito d'amore?
(1) Rest area + spazi pubblici di riposo per campeggiare durante la notte
(2) Van = Camper
(3) Following the sun = Seguendo il sole
(4) Blue Water = Nome di un catamarano addetto a portare il turista sul mare aperto per l'incontro con le balene
~*~
con negli occhi giardini di corallo
Ho sognato mia figlia emergere dall'acqua
..................................pesci come farfalle.
Poi li ho visti reali nell'acquario
che e` questa barriera lungo la costa
a cavallo del Copricorno
..................................nel cielo lo Scorpione
ed una luna con la gobba rovesciata all'ingiu`.
Sempre "On the road"(1)
cambiando latitudine
ogni giorno
son diventata esule a me stessa
sulla sabbia soltanto la mia ombra
e mi son persa nel tempo
senza giornali e senza una Tv
e se il mondo andasse a fuoco e fiamme
se scoppiasse una guerra(2)
forse non lo saprei
rimarrei indifferente, presa dalla mia storia?
(1) On the road = Viaggiando lungo una strada
(2) Una visione premonitrici allorche quei versi furono scritti nell'agosto 2001
Potrei anche odiarla questa terra
che mi ha preso la mia unica figlia
e ora rischia di prendere anche me
con la forza magnetica dell'aria
la foresta pluviale e le forti maree
E tutto ad un tratto
seguendo indicazioni
di giorno un giorno sempre piu` vicine
ci ritroviamo piombati dentro un poster
....................................quello nella stanza vicino alla finestra
un promontorio verde, un faro bianco,
protesi dentro un blu da tingere gli occhi,
questi gli indizi e l'esca
questa la terra scelta
ma niente a paragone dell'impatto
radicato nei sensi
il rombo dell'oceano
la qualita` dell'aria, del sole, delle nuvole,
sempre bianche e sospese su di noi
e la sabbia friabile e incantata
che suona ad ogni passo
e i passi suoi decisi dentro il flusso
di un popolo di giovani back packers
di ogni parte del mondo.
Poi un colpo di fulmine
per uno schock di riconoscimento
innamorata cotta di un paese battuto
dall'onda dell'oceano
e dal soffio del vento.
- Blog di Carlo Gabbi
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