Scritto da © InaRimato - Lun, 01/10/2012 - 17:09
L'essere camminò su se stesso, si calpestò e frugò nei suoi pensieri, poi si analizzò cercando in fondo all'anima e finalmente scoprì di essere un uomo. Ma non scoprì mai quanto valesse la sua vita. Glielo dissero gli altri e lui ci credette senza chiedere perché.
E allora si calpestò, si analizzò e frugò ancora nei suoi pensieri, ma non scoprì mai cosa volesse dalla vita. Glielo dissero gli altri e lui ci credette, senza chiedere perché.
Non scoprì mai neanche quando dovesse amare, ridere, odiare, piangere o gridare. Glielo avrebbero detto gli altri. Poi improvvisamente si chiese chi fossero gli altri e perché dovessero decidere della sua esistenza. Ma gli altri non glielo dissero.
Era la cosa più importante da scoprire, ma la sua mente non era più abituata a pensare.
La testa gli scivolò sulle spalle e rotolò sul pavimento. Gli altri lo guardarono e risero.
L'uomo raccolse i pensieri e fuggì. E si nascose.
Nella solitudine si riconciliò con la sua mente e capì.
La libertà, pensò, sta nella scelta, la scelta è volontà.
La lontananza dal quotidiano vivere mi ha ridato la vista, pensò.
E' dunque questo il segreto degli altri? Impegnare il corpo per togliere risorse all'intelletto?
E' dunque così che si diviene servi? L'uomo si spogliò della divisa, poi della tuta, dell'abito talare e
del completo grigio da ragioniere.
Nudo iniziò il cammino da uomo.
Si diviene schiavi per costrizione
ma, servi, lo si diventa per volontà
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