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Scritto da © erremmeccì - Dom, 23/09/2012 - 14:37
Un’immagine soffusa
del chiarore dorato
delle mattinate estive
è lì
nella memoria
dai tempi beati dell’infanzia:
un sentiero si arrampicava
sulla collina,
lasciandosi alle spalle
il cascinale,
col noccioleto e la vigna
freschi d’ombra,
ancora,
prima che la calura meridiana
facesse tacere
lo stormire delle fronde:
solo la voce chioccia della gallina,
allora,
rompeva il silenzio
incandescente
del dopopranzo.
Salivamo
al tramonto
sulla cima
della collina,
e lo sguardo
planava
giù
fra i riquadri
multicolori
a perdita d’occhio
orlati di fitti boschetti.
In alto,
il trascolorare del cielo
attraversato dal volo
sfrecciante e dai gridi
degli uccelli,
prima del grande
silenzio notturno.
Semplice, perfetto
tutto quanto
appariva e, forse,
davvero lo era.
Allora,
in quel tempo
un po’ fuori dal tempo,
forse,
davvero lo era.
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