Scritto da © Bruno Amore - Mar, 26/01/2010 - 18:24
siede sulla grata d'areazione
ai piedi della falesia metropolitana
formicaio vetro e acciaio
regalmente assiso nella postura del loto.
ciglia rasate e palpebre come valve
chiuse, di taglio esotico
bistrate in tonalità d'azzurro chiaro.
pelle ambrata senza età
spunta dall'abito consunto
in mille piccole rughe.
è congenere e alieno
al fluire apparentemente caotico
che lo aggira lo supera va oltre.
attira magnetico quasi avesse
un'aura che lo pervade a nudo per
l'assenza di beni evidenti, soltanto
una ciotola di legno poggiata a terra
consumata dal lungo uso.
poi scompare e lo sguardo lo cerca
al suo posto resta un cartone azzurro
gualcito dall'impronta sedile
sul quale campeggia l'acronimo
TWA.
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