Scritto da © Franco Pucci - Ven, 14/09/2012 - 13:30
…come aquila
ad ali spiegate lacerando l’infinito
raggiungerei il limite dell’orizzonte
superando le ingiurie e gli affanni
-invece resto-
inchiodato a sogni viepiù rarefatti
a braccia aperte sulla cima del Golgota
nel ridicolo tentativo di vanità blasfema
…come mantide
divorerei anche i resti del nostro amore
nelle ultime tracce di notti stralunate
l’insaziabile fame di te mi dilanierebbe
-invece sazio-
di voglie inappagate e chetate giocoforza
scendo a patti con il tempo creditore
e pago le mie cambiali di anni incalzanti
se fosse poesia…forse basterebbe
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