Scritto da © Marzia Cagnacci - Gio, 06/09/2012 - 21:20
Stanze rimaste vuote piangono vite
che non respirano più tra le loro pareti
e l'eco del silenzio abita
le albe e i tramonti
che si susseguono spenti
disadorni di braccia che li avvolgono
e baci che li salutano.
La pioggia scivola sui vetri opachi
che non filtrano più luce
sulle anime in movimento
gioielli di questo scrigno di cemento.
La mano di un destino avverso
le ha spazzate via
e il talamo lasciato in solitudine e disadorno
rimpiange scene di un amore
di cui fu testimone muto.
Alle pareti penzola un crocefisso dimenticato,
vige su questa quiete forzata
e scruta attonito i brandelli di un dolore
che affresca i muri nudi
imbrattati da un pulvscolo che vaga nell'aria
inquinando ossigeno
di cui nessuno si nutre più.
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