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ho un vangelo pur'io, ben nascosto, nella tasca interna del mio respiro (al cane che mi vive dentro, amando travestirsi da lupo)

scrivo di frusta sul mio corpo
frasi che si devono cancellare
smarrirsi tra i canali di una pelle antica
che suona e canta da tamburo
nelle notti sempre più atroci del buio
in un dispetto che è maleficio
pozioni proibite di un nuovo testamento
parole che si mischiano al vento
polvere tra polvere di foglie secche
pagine bruciate nei secchi del tempo
ballando l'ultima tua voce
quella che uccide come lama affilata
 
seguo strade complesse
abitudine al contrabbando di speranze
chiuso prigioniero di sogni umani
nei solchi di un'asfissia ch'é dolore
cercandoti nelle tempeste estive
quando i fulmini danzano con i tuoni
nel sole che spunta nuovo e già malato
nelle ore di centro della notte
tra i moribondi rantoli della sofferenza
forse nella liberazione assoluta
dove regna invincibile e senza dubbi
la tua magistrale dismissione d'amore
 
sacrifico la carne distratta
al gioco di partorire altri nuovi misteri
in questo cielo a pezzi sparsi
come in una esplosione ripetuta
di una moviola a frasi di buon deserto
tra corpi che ritrovano una passione
lasciando l'amore alla follia dei miraggi
nel maledetto giorno delle vanità
a cavallo di un'onda d'orizzonte 
troppo forte per sopravvivere
debole all'arrivo nell'alito del granchio
ormai troppo avanti per tornare indietro
 
 

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