Scritto da © nunzio campanelli - Mer, 05/09/2012 - 05:33
C’era una volta un topo che pensando di esser gatto
I suoi simili rincorreva gridando a tutto spiano
Quei dicevano tra loro “questo è grullo, anzi matto”
Ed infine si accordarono mettendo a punto un piano
Il progetto contemplava di andar tutti in processione
Pur paurosi e malfidati, e qualcuno anche tremante
A richiedere pareri e consigli a un bel gattone
Che da tempo li braccava per mangiarli in un istante
“ siamo tutti qui riuniti, o signor messer micione”
Recitarono tutti in coro al felino che dormiva
“Noi dobbiamo segnalare l’operato di un briccone”
Quello allora mosse un piede e intanto un occhio apriva
E vedendoli tutti insieme convenuti lì davanti
A quell’occhio non credeva e pertanto aprì quell’altro
Erano proprio dei topastri e sembravano cantanti
Recitavano una nenia, non sapendo che lo scaltro
E furbissimo felino era giunto a un accordo
Con quel topo che da un po’ li faceva patir di stenti
“Sarai tosto ringraziato e serbato nel ricordo
Se da me farai venire i topastri tuoi parenti”
Di loro fece un sol boccone, non essendo ancora sazio
Quando vide avvicinarsi quel con cui fece il patto
“Vieni qui amico topo, anche tu pagherai dazio”
E quel sorcio morì pensando “ mai accordarsi con un gatto”
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