Scritto da © erremmeccì - Dom, 02/09/2012 - 14:14
Da sempre
mi stupisce la molteplicità
delle forme del dolore
e fino nell’intimo
mi offende,
mi lascia senza fiato
come quando nei sogni
precipitiamo
da vertiginose altezze.
Da sempre, però,
mi conforta
ciò che è bello al mondo:
l’aria tersa,
cristallo prossimo a spezzarsi,
dei cieli invernali;
la vampa della vite americana
che incendia un vecchio muro;
il sole che filtra
fra le foglie del bosco;
le brume sfilacciate
sospese a mezz’aria fra i pioppi
nella malinconia di un mattino
settentrionale
e il sentore di primavera
che mi arriva precoce,
improvviso,
nei pomeriggi ancora
freddi di marzo...
...il rumore del mare
nel silenzio notturno
un attimo prima che il sonno
mi vinca.
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