Scritto da © Stefania Stravato - Mar, 24/07/2012 - 19:40
non ti dico che so come fuggire il vento che feconda le fiamme,
nei grembi di giardini sommersi dai ghiacciai. il nerofumo
che fa scempio dei gigli nelle nicchie
ah cuore. tu ancora non sosti oltre la curva
ancora cammini, gli occhi bassi
a questa casa di specchi sospesa tra i gerani e spoglie di cielo.
gemi. le distanze? di coste che bagnano la schiena di luna
o le spirali lucenti che si conficcano nel silenzio?
ma non senti quanto pesa l'emisfero e ricaccia i semi nelle rotondità del buio?
è nebbia o memoria?
o canne nutrite di neve che fanno il confine all'assenza di luce
non ti dico che so le diramazioni sottese di rose,
quali intenti percorrono le spine sul bianco della fronte,
se troverò mai la filigrana fossile dell'alba, la pietra
circonfusa del suo mistero
ho sepolto nel ventre di un vascello
la via per le cave abitate dalle genti di mare, i chiarori appesi ai muri
dove credetti di amare. e tra le alghe, un soldo di rame
per la lezione di violino. che adesso
si va, passo a passo
nelle lunghezze delle ombre
e imparo. solo la notte, il suo greto a delta
in un porto ammalato di echi. le lucerne
pallide che si allontanano da riva.
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