Mi assale, mi pervade, mi corrode
mi fa sudar parole e pensieri
fino al compimento della rima
così l'ultima, come anche la prima.
A volte s'insinua in me l'angoscia
di non riuscir ad estirpare dal concetto
la parola che abbia il giusto effetto
finché non trovo la chiave, per suonar la nota
superando la paura di lasciar la pagina vuota.
Strana febbre, quella dello scrittore
è più un amplesso, un orgasmo di parole
che quando escono dalla mente, a lungo masticate
son come cibo prelibato, su tavole imbandite.
Ma alla fine della fatica, quando l'opera è compiuta
si è sfiniti ed in affanno, ma se la rima è piaciuta
si ricomincia da capo a misurare la febbre
che lo scrittore senza, sarebbe più che niente
E giù a sudare ancora e ancora nel delirio
fronte imperlata e calda, parole come martirio
fino a sudar la rima, distillato sincero
di quel che sulla carta, ha dipinto il mio pensiero.
Ma la giostra è infinita, mai termina la partita
la febbre dello scrittore è per la vita
mi dispiace che spesso
sia come masturbarsi,
alla fine si gode, ma soli
con lo scritto là davanti.
- Blog di Weasy
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