Scritto da © maria teresa morry - Lun, 02/07/2012 - 21:25
Riprendo ancora una volta il poeta torinese Oxilia, di cui vi ho già parlato nel mio precedente inserto. Vi propongo questa prima parte di " Contraddizione", opera che trovo molto suggestiva e con la quale Oxilia si dirige verso l'abbandono della poetica crepuscolare. Vi si legge una voglia di contestazione totale al pensiero borghese, alla cultura ufficiale , alla morale conservatrice e sua contemporanea ( siamo nei primi anni del '900).
All'epoca della composizione , Oxilia non è ancora ventottenne. Morirà in combattimento durante la prima guerra mondiale , nel 1917.
Contraddizione I
Io maschio ben costruito
per l'amore e avezzo agli sportivi
giochi fisici, io, l'uomo dai lascivi
impeti, l'uomo in cui l'istinto è tutto,
io sono triste.
Io fecondo animale
che non riconosco il rispetto
dell'altalena sociale,
e mi compiaccio dando lo sgambetto
alle dottrine dell'intelligenza,
saltando di piè pari sopra il petto
della menzogna detta convenienza,
io sono triste.
Io che passeggio sul puritanesimo
a torso nudo come un gladiatore,
che sputo su Loyola con furore
e prendo a calci l'indeterminismo,
io che il metodo aborro e il sillogismo
e il fato greco e il mistico fervore,
io che son sperma e mani e occhi e creta,
ma che non son poeta,
io sono triste.
Io che ho la penna in mano e fumo e stono
come un treno diretto,
che sono tutto in marcia, testa,petto,
gambe , riso, bestemmie , urla , perdono,
io sono triste....
( Nino Oxilia)
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