Le forze armate americane si trovano di fronte ad un evento decisamente tragico, la morte per suicidio di molti suoi soldati. Nel corso di quest’ultimo anno, al ritmo di uno al giorno, militari dell’esercito americano si sono tolti la vita. Il fenomeno era già noto, ma a partire dalle guerre in Iraq e Afganistan è decisamente accresciuto.
La sofferenza di questi uomini sembra divenire ogni giorno più insopportabile, il peso di abusi inflitti e subiti, i dubbi sulla legittimità delle guerre combattute, lasciano segni indelebili.
Le forze armate americane non trovano tuttora delle plausibili spiegazioni, ma psicologi e sociologi puntano il dito su stress post-traumatico, abuso di prescrizioni mediche , droga, abusi sessuali, problemi personali e finanziari. Di fatto le statistiche dimostrano che i soldati con maggior numero di campagne, sono maggiormente a rischio di suicidio rispetto a coloro che per loro fortuna, non sono mai finiti sui campi di battaglia.
La politica militare americana condotta ad oltranza si sta rivelando un temibile boomerang persino nei confronti dei propri figli. Gli effetti dello stress post- traumatico di questi soldati è noto da anni, non è difficile immaginare come uomini provenienti dai vari teatri di guerra portino impresso a volte per sempre, un orrore che non si placa neanche anche a combattimento finito. Le dolorose cicatrici rimangono anche sulla pelle dei vincitori e gli effetti sono perniciosi per le loro famiglie.
Le forze armate sembrano stupite, non sanno dove sbattere il capo per capire le ragioni di un problema ovvio anche ad uno stolto, nel frattempo continueranno ad occupare territori afgani fino al 2014, e così così tra morti e continui abusi il sangue continuerà a scorrere abbondantemente.
- Blog di Antonella Iurilli Duhamel
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