Scritto da © chiara - Gio, 07/06/2012 - 09:22
ora è sale di secco di stilita
quasi è misericordia dell'altezza
: battimento,
cera che salva l'isola ammagata ma
ha una punta di riso dove annida
e camiciole
con le braccia al vento.
Non so se ci salvi un'amnesia
una parola liscia lasciata ammarinare con l'anguilla
o l'aritmia del passo di strapiombo,
un sottocuore
che non ha posta, more per equilibri, bilanciere.
*
Non c'è mai stata proporzione nell'affanno.
Le schiene affusolate,
i secchi di baldoria sotterrata.
*
Più non risali rami controluce, per capillari fitti per
l'infinito fango
creatura
dimenticare il Baltico e sapere
il piatto ben rotondo
dove mi sbarri lo smeriglio d'occhi di pesce inebriato
dalla dolcezza di due acque unite
Di sconfini e lagune
più non parlo.
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