Scritto da © Andrea Occhi - Lun, 04/06/2012 - 09:36
Camminava sull'argine del fiume con le mani in tasca. L’umidità risaliva rendendo magici i rami degli alberi protesi alla primavera, pronti a ghermirla con quel desiderio che è proprio di coloro che amano il rinnovamento. Ecco anche lui si sentiva così, come una pianta, un arbusto in attesa della sua primavera, della sua stagione temperata e mite dopo un burrascoso e gelido inverno, seppur riscaldato da un confortevole ed immaturo fuoco. Il cuore gli doleva come un sasso. Ma i sassi non provano alcun dolore. Sono solo grigi. Tale situazione era assurda. Sorrise per i suoi pensieri da adolescente turbolento. Accanto ad una panchina, di quelle in legno rosso che regalavano soste a baciosi innamorati, come labbra sull'erba, due ragazze si gustavano un cono gelato. L'una all'altra: "Se vuoi ti faccio una fotografia!". Si volse verso di loro. Con disincanto una di esse, quella silenziosa, con il pistacchio che le rendeva marziana una mano, pareva avesse avuto un incontro ravvicianto del terzo tipo. Il terzo tipo da fotografare, forse, era lui. Gli occhi lo fissavano. Si fermò e le leccò la mano. Un gesto folle, improvviso. L'amica rise. Dopo non ci furono più parole nè sassi, solo sguardi, sospiri e rinnovamenti. E il gelato? Oh...quello non smise mai di sciogliersi...dipingendo di verde ogni loro bacio sul rosso dello sfondo.
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