Scritto da © Gino Soloperte - Mar, 08/05/2012 - 19:23
In certe occasioni era solo un talloncino, in altre un qualcosa che aveva a che fare con il contenuto a cui era collegato. La sua prima scatola fu un salvadanaio in legno, con una piccola serratura e una fessura dalla quale passavano a stento le vecchie cento lire, per infilare le 500 lire d’argento fu necessario allargarla. Quando non fu usata allo scopo cominciò a riporvi le letterine e le cartoline di amiche, allora fu necessario aggiungere un bel catenaccio perché non potesse essere aperto facilmente in quanto condivideva la stanza col fratello minore. Poi cominciò a raccogliere pacchetti di sigarette, accendini. Segretamente collezionava sentimenti, in parte scritti sul diario, ma i più numerosi erano affidati alle persone interessate. Lui era uguale a se stesso e come un clone si ripeteva a persone reali. Ragazze di strada, conosciute e frequentate sia a scuola che tra gli amici di famiglia. Quando potette avere una sua autonomia mobile, ne scelse tra i paesi vicini, evitando accuratamente che venissero a contatto tra loro, facendole così uniche con solo lui divisibile ma completo. Questo sino a quando non si fu innamorato.
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