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17.Sentirsi

Sentirsi
La camicia è una macchia bianca sul letto, lei la osserva mentre infila nel cassetto la biancheria pulita, apre la finestra e si sofferma  allo specchio. E' bella, oggi sembra quasi che il trucco di ieri sera le sia rimasto addosso. Ora può girarsi, raggiungere il letto.  Prima sfiora il colletto e accarezza le maniche, poi se le preme sul naso, sulla bocca.
Sorride... che stupida!
Cerca nell'armadio una gruccia libera.  Si sforza di non guardare il telefono, anche se è li, sul comodino.
Il telefono le permetterebbe di comunicare a qualcuno quello che sta provando. Ma a chi raccontare la sua gioia?  E' ancora presto. Bianca ha vissuto una storia fuori dalla sua storia, una storia di cui soltanto lei porta dentro i segni. Come ogni donna ha amato troppo e quando si ama troppo...
Quella camicia è anche un balsamo sul cuore, una benda a coprire le sue ferite.
Essere bella non le aveva assicurato nessuna felicità. Il suo matrimonio si era trasformato in un'elegante prigione e adesso che ne era fuggita, cominciava a  riconquistarsi la propria vita.
Era stata rigida con se stessa, troppo fedele al senso del dovere e ai valori in cui credeva. La sua severità la stava annientando, il suo sentirsi inadeguata la chiudeva a qualsiasi rapporto con gli altri.. Lei stava morendo, consapevole di fare una giusta morte.
Stare con la gente, in fondo, le piaceva ma la sera prima aveva fatto fatica a sorridere. Aveva deciso di andare a quella cena con i vecchi compagni del liceo, un modo per non stare sola al rientro dal viaggio in Liguria.. Nel suo osservare gli altri si era accorta di essere osservata a sua volta, due occhi la scrutavano e lei non nascondeva il suo imbarazzo. Timorosa di esprimere i suoi disagi,  non le piaceva essere osservata e i suoi occhi ebbero un cenno di domanda a chi la guardava:- Ci conosciamo? A quel punto Massimo si alzò e le venne incontro, si sedette guardandola sorridente:- Non ti ricordi più di me?  Bianca sussultò al suono di quella voce, una voce familiare, ... e quel suo odore era inconfondibile.
Era proprio lui, Massimo, quel ragazzo che aveva abitato al piano di sopra, fin da quando erano bambini, era quell'affascinante ragazzo che le cantava, dalla  finestra, le sue canzoni preferite, che le tirava giù la sigaretta e che lei sognava di avere per sempre accanto. Adesso, davanti a lei c'era un uomo affascinante e in pochi secondi, sul cuore di Bianca, si posò quella certezza che aveva aspettato da troppo tempo.. Ritrovare quello che era diventato solo un ricordo, per lei, fu un dolce respiro d'aria buona.
A volte il tempo ferma le storie cambiandone le strade. Se il padre di Massimo non si fosse trasferito per lavoro, chissà come sarebbe andata la loro storia. Per tutta la sera non si stancarono di raccontarsi, sembravano due adolescenti al primo appuntamento.
Dopo il caffè, lui si offri di accompagnarla a casa con la promessa di rivederla ancora.
Massimo era prepotentemente riemerso nella sua vita, in un momento particolare e pericoloso perchè povero di sicurezze. Sentiva sopra il suo corpo, la ruvidità di una spugna che cominciava a cancellare tutto quello di cui si era fatta sporcare, entrando nella vita di un uomo sbagliato che era stato capace di tirarle fuori solo la parte peggiore. Bianca aveva conservato la sua camicia che lei aveva indossato da ragazza per ripararsi da un acquazzone durante una gita e che non era riuscita a restituire prima che lui partisse con la famiglia. Adesso la camicia è sul letto, ne sente più che mai l'appartenenza perchè Massimo potrà indossarla ancora... e anche per lei.
 
 

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