Scritto da © Franco Pucci - Gio, 19/04/2012 - 08:55
Amara ironia che m’assale alla finestra
quando vedo passeggiare avvinghiati
sprezzanti maestri e deliranti parolai
giullari stentorei di farisaiche panacee,
mezzi pugni chiusi seguaci di Popper.
Forza, che il filetto scarseggia e l’ultimo ipod è introvabile!
Metto in stand-by la finestra, paletti d’acciaio alle imposte,
indosso jeans dagli occhi a mandorla color blu globalizzato
esco calzando scarpe gommate di bestemmia ecologica.
Passo infastidito tra una selva di mani tese color mattone
le supero, sorridendo a mezza bocca bugie invereconde.
La dignità scarseggia sui banchi del supermercato della vita
non basta la pomice per togliere le incrostazioni del passato.
Ho comprato una boccata d’illusoria libertà razionata
dal calendario della sopravvivenza, torno alla postazione
lampeggiante di lumino rosso, riapro la finestra , vomito.
Il Carro de’ Tespi è ancora lì, la tragica farsa continua.
Sul palco il piatto piange, ma la sporta ride.
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