Poggio il corpo disteso sulla corrente
e poi nell'acqua più fresca del mare
da tanto ormai che non ho memoria.
Tra i rumori i suoni lontani ovattati
lo sguardo si perde lassù nel profondo
del cielo azzurro o blu tenebra puntato
di stelle d'oro ammiccanti nella notte.
Sola realtà la brezza che sfiora la pelle
emersa che parla di calore o frescura.
Ora sempre più povero questo incanto
sento venire che via via sommerge questo
mio tronco e bordeggia e l'acqua giunge
a tratti - alle labbra agli occhi socchiusi
quasi che il pensare stancamente snervi
la spinta che m'ha fatto sinora navigare.
Tutto il vivere m'ha spaurito nella vita
eppur bisognava andare e sebbene colei
dentro mi stringe in una morsa il cuore
lucido voglio vederla prendermi per mano.
- Blog di Bruno Amore
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