Scritto da © Franco Pucci - Lun, 19/03/2012 - 08:26
-sono sempre in ritardo, lo so-
Mi avresti svegliato alle quattro del mattino
“le canne sono pronte, andiamo è già tardi”
Dopo la prima sigaretta, amara più del caffè,
di corsa sull’autobus gli occhi pieni di sonno.
In quel piccolo bar di Pavia sempre aperto
l’ultimo caffè “corretto perché fuori è freddo”
Trascinando gli stivali oltre il Ponte Nuovo
il verderame dello stagno ci avrebbe salutato.
Oggi il ricordo punge, è un amo conficcato
e l’acqua che mi circonda non lava il dolore.
Le canne sono pronte, aspettami.
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