Ricordando Plissè, mio giovane amico! | Prosa e racconti | Francesco Andrea Maiello | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Ricordando Plissè, mio giovane amico!

 

Quel “Mi presento”, scorrendo i titoli alla ricerca del testo da leggere su Alidicarta, attirò subito la mia attenzione e fui colpito da questo originale biglietto da visita di gran signorilità, per giunta firmato da un giovane certamente di gran qualità!

Nel leggere il testo, poi, mi rividi, addirittura, in lui (salvo l'altezza fisica e gli occhi neri) per il fumo (mi salvò la divina pietà!), per “corro come se volassi” (centravanti alato!), per “mi piace la storia” (era il mio piacere mnemonico!), per “amo la geografia” (andai in Svezia in 500 senza consultare la cartina e feci una drammatica traversata!) e, infine, con “quel tutti si fidano di me”, finanche in lui mi identificai!

Ma non c'era solo questo, perché con “quel conosco poesie e me le ripeto come fossero preghiere” mi ricordai di quando venivo ossessionato dagli...infernali versi di Dante mentre salivo le scale di casa (ora incomincian le dolenti note a farmisi sentire, or son venuto là dove molto pianto mi percuote!) che mi portavano al cospetto di mia madre malata!

Plissè (giovane d'altri tempi con animo nobile) dedicò anche molti anni alla malattia di suo padre (un napoletano), da parte mia divenni medico a causa di mia madre!

Sempre continuando questa lettura, caro Roberto, ti definivi “felice, depresso, comico, impacciato, intelligente e stupido” e lo facevi leggere proprio a me, addirittura tacciato di bipolare, seppur non sono un disturbato mentale, ma solo, come Te, di tanta esuberanza spirituale, dal momento che dentro di noi domina la voce dell'anima con le sue dolci note musicali più che quel monotono ritmo a scandire i battiti del cuore!

Fu, però, solo la sua ultima frase - “Credo anche di sapere come me ne andrò, perché ho come un deja vu della mia morte: sogno spesso di precipitare dall'alto e schiantarmi su una di quelle strade che non disegno mai.FINE.” - a farmi preoccupare e mi riportò ad un mio amico di esuberanza intellettuale (architetto musicista), che sfidava continuamente la morte e così la preannunciava: “Diventi oggi, che tu lo voglia o no, progetto nostro oltre che tuo, ennesima occasione nel nostro andare di consegnar noi stessi al poi e ritrovarci tutti, ancora intatti, un milione di anni in là insieme in un abbraccio!” (Enzo Merone)

Fatalmente, nel 1990 questo caro amico, sfuggendo la mia compagnia, moriva in autostrada per uno strano incidente che mandò in fumo la macchina!

L'amico Plissè, invece, era un mio attento lettore con tanti commenti e vi riporto solo l'ultimo, per me il più importante, al testo “L'eredità paterna, la causa delle mie follie (2^parte)” su Rossovenexiano: E' un astrolabio, che misura la distanza dell'esistenza terrena dall'immortalità dell'anima (ma chi era Plissè!).

Passai a scrivere su Rosso proprio sotto sua insistenza perché mi ripeteva: le cose che tu scrivi meritano di essere pubblicizzate e Alidicarta è diventato uno stagno...per troppe gerarchie!

Un'ultima nota che, forse, ci accomunava era l'insonnia notturna (per me consolidata abitudine) e, così, di buon mattino (all'incirca alle 5) mi arrivava qualche suo messaggio privato su Ali.

Per questo motivo, ricordando anche la sua fatidica frase, di recente gli chiesi indirizzo e numero di telefono per consolidare l'amicizia, ma non ci fu risposta!

Chiedo, invece, alla sorella se può inviarmi all'indirizzo del mio studio (piazza Aubry n 27-80054 Gragnano-Na) la foto evocativa che, penso, sarà distribuita ai funerali.

Roberto, per quanto mi riguarda, è già entrato nel mio ambito mentale dove custodisco gelosamente i miei amori volati via, che mantengono sempre alta la mia fiamma spirituale...

Ciao Roberto,

a mio padre sul punto di dipartire (avevo 23 anni) tra le lacrime gli gridai “salutami il nonno” per proiettarlo verso orizzonti di luce (la morte non è il buio!) tra le braccia di suo padre, a Te, mio caro giovane amico (già mi manchi tanto!), dico soltanto che ci rivedremo per sfidarci lassù in corse infinite!

Faccio il medico di famiglia per fatale destino ed ho la presunzione (proprio ieri ho scritto “Il meglio della poesia...miscere utile dulci!”) di ristrutturare la vera famiglia e di educare i giovani da docente di “Educazione morale” divinae gratiae causa!

Adesso c'è anche l'esempio di un giovane (Plissè) di altri tempi (sportivo, di cultura e di animo nobile), modello da seguire!

 

Riporto in appendice il mio commento al suo testo “Mi presento”:

 

 

30 giugno 2011

Caro Plissè abbiamo molte cose in comune! Corse giovanili dietro alle ragazze, poesie a memoria (io molte di meno) e laurea non con il massimo dei voti! Ho dedicato poi l'intera vita a mia madre educato da mio padre che sul più bello se n'è andato lasciandomi in balia della moglie e dei figli (ben 5 fratelli!). Pensavo come te di essere un fallito (sognavo di viaggiare a folle velocità con i freni che non rispondevano!) ma mi sono ritrovato l'anima e mi son salvato! Son certo che anche tu ce la farai!

 

 

 

 

 

 

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