Scritto da © giuseppe pittà - Mer, 14/03/2012 - 19:51
ho un
altro paradiso da
vendere
assolutamente devo
darlo via
bussando a tutte le
porte
che gli inferni
vanno a ruba e
i purgatori ancora
hanno mercato
ma i paradisi quelli
no
neanche a
pensarci non li
vuole più nessuno
bisogna averci una
grande pazienza e
non mollare ma
darci dentro senza
sosta e
sperare sempre in
una vendita strepitosa
seppur assai strana
intanto
me lo tengo prezioso
come i cuccioli di
gatto
rossi entrambi e
dalle unghie buone
che adesso mi
guardano e
soffiano
femmine da potere
uniche a dominare le
giornate del
mio disonore
però oggi ho sete di
rabbia di tigre in
un salto all'imbrunire
nella veste del sovrano
cercando di
dar sale al vento in
forza d'urto e
voluttà
centro di fruste e di
straordinaria verità
sotto cieli di disastri
nel sangue facile di
un taglio a
fine del mondo
quaggiù nel cuore del
nascondiglio
dove
come l'ultimo uomo di
Adiga
difendo l'intera torre e
nel coro complesso del
mio disfattismo
respiro un sacro fine
consegnando al
piccolo mio pianeta
la follia del solo futuro
che conosco e
le antichità delle
altrui speranze di
genuina ma fragile
felicità
(Adiga non è altro che Aravind Adiga, di mestiere scrittore, da Madras. L'ultimo suo romanzo, pubblicato in Italia, è intitolato "L'ultimo uomo nella torre" ed è edito, da pochi giorni, da Einaudi. Per un suo precedente romanzo, La Tigre Bianca, nel 2008, ha ottenuto il Booker Prize. Una segnalazione altamente necessaria per uno di quei libri che forse non ci si affanna, nei supermarket, a comperare, ma che hanno una loro sublime dignità)
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