A Tale of the Past Capitolo 4 Parte 3 | Prosa e racconti | Carlo Gabbi | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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A Tale of the Past Capitolo 4 Parte 3

CAPITOLO 4 PARTE 3

"Mama perche` non mi racconti la storia di Mamma Gigia, quando era ancor giovane ed ando` a Budapest in quel lontano 1900? Quanto piu` a lungo vuoi tenermi in sospeso?"

"Abbi pazienza, Carlo. Cerco di riordinare i miei pensieri. Lo sai, tanto tempo e` passato da allora, e si, tante cose sucessero in quei giorni, ma fu` tanto tempo fa`. La mia memoria non e` piu` cosi` buona e mi occorre tempo. Sto`facendo del mio meglio."

"Va bene Mam! Scusami se sono impaziete."

"Lo sai, Carlo? Sto` ricordando ora quei giorni in cui Mamma Gigia ed io andammo a Budapest. Sapesti quanto lei fosse ansiosa e felice di ritornare in quei luoghi e rivedere nuovamente quella citta`. Quella visita fu una grande esperienza pure per me. E` un luogo veramente regale adornato con ricche chiese e palazzi, particolarmente dove si estendono i rioni di Buda. Mamma Gigia disse che aveva vissuto li`, in quella parte elegante della citta`."

"Lo sai quanto mi stai incuriosendo? Appena posso voglio andare a visitare quella citta` ed anche fare un salto in Transylsvania. Ma ora, per favore, raccontami tutto cio` che ricordi."

"Si, ricordo come fosse ieri quel giorno in cui Mamma Gigia ed io arrivammo in Budapest. Non lo crederai, ma arrivammo in gran stile, dopo aver navigato lungo il Danubio per oltre due giorni. Credimi, quello e` il modo migliore per arrivare in quella citta`. Lungo il Danubio le esperienze di viaggio si susseguivono in modo infinito ed era cosi` rilassante. Dal ponte della nave la vista era magnifica e si alternava lungo tutta la costa del fiume per centinai di Kilometri. Si Vedevono villaggi di pescatori che si susseguivono a citta` multicolori. A volte erano semplici e modeste case di paesani che venivono rimpiazzate da castelli superbi i quali certamente potevano raccontare secoli di storia sin dal giorno in cui furono costriti. Lo sai, mi piaceva molto stare la` sul ponte per lunghe ore. Non ero mai stanca ed ancor piu` non volevo andarmene per non perdere la nuova visione panoramica all’apparire della prossima curva del Danubio.

“Carlo, promettimi che se solo puoi, un giorno vai a visitare quei luoghi. Ma ascoltami bene, per goderti tutto quel panorama, devi prendere quella nave a Vienna. Anzi se vuoi puoi partire dal Belgio. Sono stati tagliati canali navigabili che congiungono fiume a fiume, sinche` entri sul Danubio, e tutti quei affluenti lo ingrossano durante la discesa a valle, ed al raggiunge della pianura diventa placido e forse anche un po` blue, ma quello e` forse quanto vogliono farti credere!"

"Mi stai chiedendo di andarmene ora? Eh Mam, se solo potessi! Mi fai nascere il desiderio. Ma chi lo sa` cosa il futuro puo` riservare?"

"Alla fine, arrivammo all'ultima curva e Budapest era la`, sorridente in fronte a noi. Fu allora che vidi Mamma Gigia veramente emozionata. Non l’avevo mai vista cosi`, guardava come... be` mi e` veramente difficile il diescriverti il suo modo di essere. Se ne stava sulle punte dei piedi, sicche` potesse veder il piu` lontano possibile, e per non perdere l’equilibrio si teneva saldamente con le mani al passamano del ponte. Diceva che in quel modo vedeva meglio. "Si,... tutto e` ancora come allora..." Mamma Gigia ripeteva fra se`... “Quanto tempo... piu' di trentacinque anni. Ero sedicenne, ero giovane, e tutti dicevano che ero bella ... quanto bella era la vita ..."

Come d'incanto mia madre Antonia parlava rapidamente. Era come quei ricordi emergessero dal suo pensiero, era come febbricitante nella foga di ricordare, di narrarmi, di rendermi partecipe di quel memorabile arrivo in quella citta` superba e signorile.

"... Mamma Gigia guardava dal ponte, giu`, verso la citta` la quale era apparsa allora all’orrizonte, ma che ingigantiva in fronte a noi col passar del tempo. La vedevo trepidante, presa dall'emozione dei ricordi passati. Aveva gli occhi socchiusi, mentre il suo pensiero stava rovistando attraverso ricordi lontani che nuovamente ritornavano in lei, visioni che apparivano solamente a lei e che le giungevano attraverso l’incosciente fotocamera del suo pensiero. Aveva un sorriso dolce, e le labbra si dischiudevano in un silente sussurio. Sembrava intenta in una conversazione, con colui che le era vicino e sembrava di esserle particolarmrnte caro... La vedevo languida, presa da un leggero tremore, mentre i suoi occhi erano socchiusi, con lo sguardo perso in quel lontano nulla del suo pensiero ed alquanto sfocato. La guardavo silenziosamente, poiche` non osavo disturbare quella sua intimita`.Poi riapparve quel sorriso arcano sulle sue labbra, ma capii subito che quello non era per me, sebbene sembrava mi stasse guardando. Capii che io non facevo parte di quella visione. esisteva unicamente nel suo ricordo passato e che quindi io ne ero esclusa... Compresi che il suo sorriso, non fosse neppure poiche` rivedeva Buda... Era palese, e ne ero certa poiche` ero accanto a lei, la` sul ponte della nave... e l’osservavo. Poi fui come attraversata da un baleno e capii che quel sorriso era... si, era solamente per lui... Mentre le sue labbra si muovevano lentamente, senza un suono, ma ugualmente potei leggere quel breve messaggio d’amore ed il sussurrio di un nome... ma non comprsi chi fosse quel lui, che le era vicino e le era tanto caro... Compresi solamente che Mamma era felice, capii che stava rivivendo quel segreto che era assopito in lei. Fu allora che le presi la mano e la strinsi gentilmente. Era il momento che la nave stava attracando al molo. La scossi, dicendole eccitata,

 " Mamma, siamo arrivate!"

Fu allora che fece un leggero cenno di saluto con la mano... vi era molta tenerezza... rividi quel guizzo veloce passare nei suoi occhi, ed intuii che gli era caro, che lo stava vedendo, sebbene lui fosse nullaltro che una visione.... rividi le sue labbra muoversi impercettibilmente, senza emettere un udibile suono... Sicche` la lasciai cosi`, presa nei suoi ricordi, ed io non dissi piu` una parola."

"Hey Mam, ma cosa mai mi vuoi fare credere? La Nonna Gigia si innamoro` la prima volta quando ando` a Buda?" Mia madre mi ignoro completamente e continuo` a raccontare.

"Compresi che aveva bisogno di un po' di felicita`dopo tanti anni di sofferenza. La vedevo raggiante, mai prima di allora ebbi modo di vederla cosi`. Mai, nemmeno in quei giorni lontani quando mio padre Ferruccio era con noi ed io ero ancora bambina....  Hey Carlo, ma cosa mi fai dire? Sappi che quanto ti ho detto ora della Nonna Gigia e` solo per te. Promettimi che mai scriverai queste cose. Devi sapere, quello era forse l'unico segreto che mia madre aveva e lo teneva per se. Sappi che se oserai scrivere quanto ti ho detto ora, ne` io ne` tua Nonna Gigia potremo mai perdonarti. Hai capito? Mai! Lasciala dormire in pace nel sonno della morte. Non avere mai l'ardire di disturbare colui che resta in pace. Hai capito?"

Non dissi nulla allora. Le chiesi solamente di parlarmi del loro arrivo in Budapest.

"Mamma Gigia, come dissi, era intenta a ricordare tutti quei posti che erano nella prossimita' dello scalo, mi indicava questo e quello, ed era cosi` emozionata, mentre mi indicava,"...Questa che vedi in fronte a noi e` la parte piu' bella della citta`, e quello e` il ponte piu prestigioso sopra il Danubio, e` Il Ponte delle Catene. Si, e` propio come lo ricordavo, nulla e` cambiato da allora! Guarda! Sono ancora quelli, gli stessi vecchi lampioni con tante braccia per sostenere le lampade...Capisci ora perche` ho voluto entrare nella citta dalla parte sul fiume? Guarda, quanto tutto e' bello e si possono ammirarere i luoghi piu` storici della citta`.... Sento la stessa emozione che provai allora, quando venni qui con le mie cugine e poi, si c'era pure..."

Mia madre Antonia continuo` a parlarmi di quell'arrivo, "Si Carlo, sono sicura che anche tu ti sentirai emozionato e sorpreso la prima volta che ariverai a Budapest, con il centro della citta` che si affaccia sopra il fiume. Questa e` la ragione di tutti quei ponti. Credo che allora fossero piu` di sette. Ricordo come quei monumenti apparvero dalla nave. Vedevamo La Collina del Castello innondata dal sole pomeridiano che si riverberava accecante sulle tegole multicolori dei tetti. Piu` in giu` si notavano gli archi gotici della chiesa di San Mattia, e vicino alla chiesa, piu in basso vidi i Bastioni del Pescatore, con tutti quei magnifici giardini allintorno, poi, ancora un po` piu` al di sotto, affaciati sulla riva del fiume, si poteva ammirare l’immensita` del Grand Hotel. E di la`, sulla sponda opposta appariva imponente Il Palazzo del Parlamento con la sua alta cupola che sovrastava tutto il resto, attorniata da una miriade di alte torri che circondavano il palazzo e salivano a scala formando un’aggraziata figura cuneiforme che sembrava desiderosa di raggiungere il cielo. Sapesti quanto tutto mi apparve maestoso. Se non vedi tutto cio` con i tuoi propi occhi non potrai mai comprendere completamente cosa voglio dirti. Sono cose che non si possono dimenticare!"

"Hai ragione Mama, e' sempre la prima impressione quella che rimane vivida nel ricordo, ma dimmi, cos'altro puoi raccontarmi?"

"Il giorno seguente al nostro arrivo, andammo per una scorribanda lungo i rioni della citta` e rimasi sorpresa di come Mamma Gigia si ricordasse tanti dettagli del luogo. Era il nostro primo Sabato che si usciva per alcune compere e lei senza chiedere aiuto a nessuno mi porto` direttamente a Nagycsarnok. Quello e` il luogo dove si innalza La Piazza del Gran Mercato, che si trova a ridosso del Ponte di Szabadsag. Il mercato occupa uno spazio immenso con alte e spaziose costruzioni, e al di fuori appare come una di quelle vecchie stazioni ferroviarie con alti e larghi archi di ferro che sostengono la copertura. All’interno del mercato, era incredibile l'innumerevole quantita` di banchi che si trovavano tuttattorno. Erano ricoperti da tutto quel ben di dio, cibi, liquori, abiti, tovaglie, oggetti di regalo. Insomma tutto quello che uno puo` pensare lo puo` trovare li`. Ero incantata a guardar il tutto. Vi erano quei lunghi spaghi nei quali erano stati infilati peperoni rossi, mescolati con i chillies. Si vedevano lunghe collane di agli che decoravano i banchi come fossero girlande di fiori. E vi erano pure innumerevoli vasi, disposti per bene su quei banconi. Erano di diversi colori e dimensioni e contenevano sottoaceti, e sul pavimento di pietra erano amassati vecchi barili di legno, aperti al disopra e che mettevano in bella vista sardine ed acciughe, ben disposte in circolo sopra strati di sale. Appesi al di sopra dei banconi di vendita vi era una quantita` enorme di salami e prosciutti appesi ed in bella vista. Ma tutto non finiva li, su altri banchi vicini trovavi caviale, paprika, miele in larghi vasi, ed ancora piatti ricolmi di zafferano e bottiglie di vini locali e spumanti pregiati... insomma tutto era li, e tutto in bella vista ed in grande abbondanza. Certo tutte quelle cose, solo a guardarle, ti facevano venire l’acquolina in bocca, specialmente a noi che si veniva dall’Italia dove no ci si poteva permettere il lusso di quelle leccornie."

"Hai altri ricordi di Budapest? Hai acceso la mia curiosita` con i tuoi racconti della citta` ed ancor piu' con le visioni di Nonna Gigia. Ma alla fine ti ha poi detto chi fosse quel galante cavalire? Ti ha mai detto cosa veramente sucesse in quei giorni della sua prima visita?"

"Posso accenarti solo qualche piccola cosa di quei giorni. Poi credimi, non so se ho il diritto di parlarti di quelle cose che erano i suoi segreti. Onestamente non credo neppure di sapere tutto quanto sucesse a mia madre durante quei giorni. Percio` ti raccontero` ora unicamente di quei giorni che io e Mamma Gigia fummo assieme a Budapest. Ricordo bene come il tempo volo` rapidoamente durante quel mese che fummo la`. Le nostre giornate erano intense e cercavamo di visitare quanto piu` si poteva. Vedemmo musei, teatri, chiese, parchi, insomma tutto quanto si trovava sulla nostra via. Alla sera si andava a concerti ed operette, e ricordo pure le bande musicali che si esibivano all'aperto nei parchi cittadini. Di giorno ci piaceva vagare lungo le strade cittadine, andando da un negozio all'altro, oppure in lunghe camminate lungo i viali che costeggiavano il Danubio, e poi molte volte si attraversava i ponti a piedi ritornando su quello sucessivo. Ma il nostro ponte favorito per quelle scorribande a piedi da riva a riva, e` sempre stato quello piu` famoso che ti parlai prima, Il Ponte delle Catene.

"Molte volte andammo pure fuori del centro cittadino. Ricordo di quanto felici fummo quando andammo a Silklo e da li` poi salimmo con la funicolare a Castle Hill, il Castello sulla Collina. Un'altro giorno, e quella visita ci eccito` molto, fu la nostra visita alla citta` medioevale di Var. 

"Insomma non ci fermammo mai, andammo nei posti piu' impensati che si trovavano sulla nostra via. A volte camminavamo in antichi rioni dove le vecchie strade erano ancora pavimentate a  ciottoli e sui lati delle strette stradicciole si vedevano quei antichi negozi ripieni di memorabilia. Ero incantata in quei luoghi ad ammirare vecchi merletti e tovaglie ricamate dalle donne locali e che sedevano in quei negozi. Un giorno esplorammo la citta` di Var ed anche quella preserva strette calli sulle quali si affaciavano vecchie case signorili piene di eleganza antica. Di quel luogo Mama Gigia disse di aver particolari ricordi delle trattorie locali dove ando` assieme con le cugine durante la sua prima visita. Mi addito` vecchie alcove tagliate nel recesso di alti archi di pietra e dove da secoli esistono quei sedili di roccia per riposare. Furono costriti nei secoli passati, ma ancora tuttoggi sono usati dai giovani innamorati poiche` si trovano reclusi alla vista del passante.  E quando la sera arrivava si era molto' stanche, sicche` si andava in una delle molte tipiche taverne che si trovavano lungo la nostra via verso casa, che ci offrivano non solo un po` di riposo ma anche goulash appetitosi accompagnati con superbi e rinfrescanti bicchieri di Tokay."

"A quanto pare avete veramente avuto delle vacanze magnifiche."

"Si, durante quelle serate, Mamma Gigia si lasciava andare e fu allora quando mi racconto` della sua vita giovanile quando era in Buda assieme alle cugine, Erika e Ilona-Maria. Erano tutte e tre giovani, esuberanti e desiderose di godere la vita brillante di quei tempi. Cose che sono comuni anche al giorno d'oggi tra i giovani, si confidavano tutto, sogni e passioni. Certo i loro sogni erano grandi, particolarmrnte di quando partecivano a feste nelle quali potevano incontrare giovani ammiratori galanti e con loro danzareWaltzer e mazurke. Mamma Gigia mi disse di quanto quella vita fosse diversa dalla usuale di Nimis. Naturalmente era la vita della capitale del bel mondo, e non quel piccolo paese di campagna da dove veniva.

"Penso che Mamma Gigia si senti` in quei giorni catapultata in un mondo inverosimile ed alla moda. Dopo tutto si trovava nella piu' importante metropoli dell'Impero Austro-Ungarico, ed i suoi sogni furono quanto di meglio avesse mai avuto prima e pote` godere i giorni piu belli ed avventurosi della sua giovane vita."

"Bene Mama, ti ringrazio di quanto mi hai raccontato. Penso che vi saranno molti altri ricordi di quel viaggio."

"Si Carlo. Vi sono molte altre cose che voglio raccontarti. Ma non oggi. Sono veramente stanca ora, e desidero una buona tazza di te` al limone. Puoi chiedere a Jaimul se poi puo' aiutarmi ad andare a dormire?" 

 

 

 

 

 

 

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