Il caffè più buono che abbia mai fatto in vita mia | Prosa e racconti | Marco Puma | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Il caffè più buono che abbia mai fatto in vita mia

E ad  un tratto capii che stavo sprecando la mia vita. La stavo buttando nel cesso, aspettando, aspettando che succedesse qualcosa, che arrivasse qualcuno, ma quel qualcosa non succedeva mai, e figuriamoci se arrivava quel qualcuno! Che poi, parliamoci chiaro, fosse anche successo o fosse anche arrivato non so nemmeno se me ne sarei mai accorto, non avevo la più pallida idea di cosa e di chi stessi aspettando. Decisi di iniziare a vivere da quel giorno. Era una meta' mattina, di un giorno a caso in mezzo alla settimana, di una data a caso di un anno a caso. Pensai che fosse proprio in uno di quei giorni che si dovesse iniziare a vivere, in un giorno a caso, senza importanza. Troppo facile o troppe responsabilità' iniziare a natale a capodanno o a San Valentino o il lunedì, a un anniversario di qualcosa, la ricorrenza avrebbe messo in ombra la maestosità' del piccolo gesto di ricominciare a vivere. Non era lunedì, si dice sempre inizierò lunedì, o almeno io lo dicevo tutti i giorni della settimana, il lunedì invece dicevo inizierò domani oggi ho troppo sonno non sarei produttivo..scuse del cazzo. Quel giorno non avevo scuse, o meglio, avevo troppo chiaro davanti a me che stavo sprecando la mia vita, ad spettare, cosi decisi di iniziare a fare qualcosa, di costruttivo, di attivo. non fu facile. Iniziai a muovermi come un bambino che fa i primi passi, o meglio come quando ti svegli la mattina che hai dormito tre ore e vorresti fare tutto meno che camminare e infatti, non cammini, trascini le gambe ciondolando il corpo per non cadere e appoggi i piedi a terra per camminare non in maniera naturale. Entrai in cucina la guardai al buio, solo dopo accesi la luce, passando la mano sul muro, si, accarezzai la mia cucina, infondo mi dava qualcosa tutte le mattine, aveva diritto alla mia gratitudine e a un gesto che lo dimostrasse. La mia cucina me ne fu grata quella mattina. Mi feci il caffè', presi la moca da quattro, pensando come ogni mattina di doverla bere tutta per svegliarmi davvero. Quella mattina decisi pero' di fare il caffè più buono che avessi mai fatto in vita mia, non lo preparai meccanicamente, decisi di compiere con attenzione ogni gesto per la preparazione del caffè'. stetti attento alla quantità' di acqua che versai nella caldaietta, alla fiamma del fornello, al numero di cucchiaini di caffè' che misi nel filtro, alla forza con cui lo pressai..e aspettai il caffè. Lo aspettai con la cura che si aspetta la tua fidanzata alla stazione, senza pensare ad altro, stai li sul binario quando aspetti la tua ragazza, non sei in giro a fare altro, non corri sul binario quando senti fischiare il treno, sei già li che l'aspetti. La moca fischio' e io ero già li ad aspettarla, ad aspettare il mio caffè. Decisi anche di ascoltare con attenzione il suono del caffè mentre saliva. Mi accorsi che non era solo crschhhhhhh ma era almeno altri tre suoni, era anche un ribollio, e un sussurro, mi accorsi che il caffè' mi aveva sussurrato ogni mattina di essere pronto e che io non me ne ero mai accorto. Spensi il fuoco, presi la moca delicatamente, versai il liquido scuro e bollente nella mia tazza, aspirai col naso la sua aroma, aveva un profumo e una densità' divesra da ogni altra mattina. Ne assaggiai un po', era il caffè' più' buono che avessi mai fatto in vita mia. andai colla tazza in mano verso il tavolo, lo accarezzai, scostando i resti della cena della sera prima, qualche briciola, un piatto, una macchia di vino rosso, non avevo idea di dove poteva essere finita la forchetta. Poggiai la tazza sul tavolo stupendomi della danza del vapore che ne usciva, rimasi ad ammirarne le forme perdendomi per un po' in quella danza. ne bevvi un altro sorso, era il caffe' piu' buono che avessi mai fatto in vita mia. Allungai la mano presi il taccuino e la matita, pensai "ora ricomincia a vivere, fai qualcosa di costruttivo" e iniziai, per la trentesima volta in quel mese, in quel dannato foglio, a scrivere "e ad  un tratto capii che stavo sprec....".

M.P.

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