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Gli esseri umani ovverò, quelli provvisti di umanità, sono provvisti anche di una speciale forma di sensibilità chiamata: pietà. E' una qualità che accomuna esseri più disparati; non è quantificabile e neanche monetizzabbile, è un sentimento che da valore alla vita in ogni sua manifestazione.
 
Purtroppo il valore della vita è sempre più messo in pericolo da un irrefrenabile bisogno di dominio vittoria e conquista, ma l'istinto di dominio e sopraffazione non rappresentano uno stato naturale dell'essere.

Studi approfonditi di antropologia comparata, ce ne danno ampia conferma. La sopraffazione e la violenza sono espressione di uno stato stato disfunzionale e patologico, ed il sol fatto che in molte forme di relazione casi ci siamo abituati a tollerarle,  non le legittimizza affatto.
 
La pace è innanzitutto una scelta personale parte dall'individuo e richiede un enorme impegno creativo ed un serio processo di maturazione, i bambini sanno distruggere in un attimo, l'adulto quello degno di essere chiamato tale incoraggia il bimbo distruttivo a perseverare e ad ad incanalare i suoi istinti più bassi, promuovendo in lui la crescita di sentimenti ed umanità.
 
Nel regno animale esiste la lotta per la sopravvivenza e per la salvaguardia del proprio territorio, ma non esiste la belligeranza. L'esistenza un codice etico, morale interno prevede il rispetto dei segnali di sottomissione, dove il combattimento è vissuto come scarica dell'aggressività, ma non porta mai, tranne in rari casi, alla morte.
 
Nel regno umano, invece, la guerra è paradossalmente un trionfo dell'esistenza dove l'uomo si esprime e si manifesta pienamente: o è un vincitore o un vinto. In ogni caso la sua forza o la sua debolezza lo fanno sentire ed esperire come uomo.
 
Dunque, quello che rappresenta un mitico connubio in la vita è Pace e la guerra è Morte somiglia ad in realtà una clessidra capovolta: ogni granello rappresenta le libertà degli altri e i diritti di tutti, che si depositano sul fondo, pesano gli uni sugli altri e aspettano solo di ribaltarsi nuovamente, in un circolo vizioso, dove colui che era il carnefice si trasforma a sua volta nella vittima e viceversa.
 
La violenza è un boomerang, non è possibie agirla senza vivere nel costante terrore della rappresaglia, nasce dall'isolamento e crea isolameto a differenza della pietà che nace dall'identificazione con l'altro e promuove l'unione degli opposti
 
foto e testo A.I.D.

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