Rassegnati. Non puoi avere tutto. Ma almeno un po’? E ti basta? Forse. Non credo. Nemmeno io. Ci si abitua a tutto. Preferisco pensare che, alle volte, sia meglio “adattarsi”. Certo, a volte. Infatti, il pericolo è che si perda di vista il punto. Necessario non perdere gli occhiali. O il binocolo, se il punto è oramai troppo lontano. Vero. Allora imparerò a sentirlo e non avrò più bisogno degli occhi. Provaci. Poi insegnerai anche a me. Promesso.
Il silenzio è pericoloso. Perché? Si infilano i pensieri. Allora? Il loro movimento, crea un rumore. Beh, un rumore piacevole. Non sempre. Perché? A volte sono come sanguisughe, si attaccano a una parete e non puoi staccarli più. Mi spaventi, è una brutta immagine. Sì, lo è, ed è anche dolorosa. Cosa hai mangiato a pranzo? Il solito. Perché non cambi menu, qualche volta, forse saresti più allegro. Mi piace così. E a cena, anche lì, il solito? No, oggi si cambia. Che novità, come mai? Altrimenti buttavo il radicchio rosso. Ah, solo per motivi di economicità… No. Ho cucinato perché non volevo pensare. Conoscendoti, hai rischiato di mandare a fuoco la cucina. Vero, ma stavolta mi è andata bene. Ti hanno mollato i pensieri? Sono usciti dalla testa? No. Li ho solo ubriacati con un calice di vino bianco. Adesso corrono in giro barcollando. Quindi, hai giramenti? Sì, un po’. Beh, non credo sia divertente. No, non lo è infatti. Non ti invidio. Nemmeno io. E tu che fai stasera? Dormirò davanti alla tv. Eh, il tuo spettacolo non è migliore del mio. No, infatti, ti va un calice di bianco? Si, grazie, così mi addormenterò prima.
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