Scritto da © Lorenzo - Ven, 27/01/2012 - 15:01
All’episodio prendono parte Levi e Jean,
il pikolo della baracca,
mentre si stanno dirigendo velocemente
per mettersi in fila per avere la loro razione di zuppa.
…Il canto di Ulisse.
Chissà come e perché mi è venuto in mente
Jean è attentissimo,
ed io comincio, lento e accurato:
…Quando mi apparve una montagna, bruna
Per la distanza, e parvemi alta tanto
Che mai veduta non ne avevo alcuna.
(Dante, Inferno, - Canto Ventesimosesto vv. 133 e segg.)
Sì, sì, “alta tanto”, non “molto alta”,
[...]
E le montagne, quando si vedono di lontano…
le montagne…oh Pikolo, Pikolo, di’ qualcosa,
parla, non lasciarmi pensare alle mie montagne,
che comparivano nel bruno della sera
quando tornavo in treno da Milano a Torino!
[...]
(Primo Levi, Se questo è un uomo, Einaudi,
Torino, 1976, pp. 100 - 103)
E mentre il treno scorre la pianura
quattr'alberi si toccano in contrasto
ferma un istante immagine negli occhi
vedo due cuori e in mezzo le montagne
lontane ora distanti dalla vista
e straziano memorie di ragione
ancora il grande a insaporire il cielo
del sangue che mi stinge dentro al petto
non torturarmi ancora del passato
vediamo jean d'indurre ora nel porto
la fila disperata per il quando
quando verrà il tempo del ritorno
sorte segnata a pochi fortunati
i molti invece a rinsecchir quei rami
col fumo di fornaci refrattarie
deserti ardenti d'anime costrette
parlami adesso per cambiar in mente
il corso dell'istante che mi prende
adesso il quando buca i miei ricordi
il disinganno che s'annida al petto
d'istante il quando è piccolo frammento
ora c'è il nulla intorno al mio tormento
Copyright © riproposta Lorenzo 14.4.11
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