si dipingono col sangue
rigando i reni
questi ticchettii sulle prime lettere
e comincia così un’altra storia
mentre si rifocillano abbeverandosi d’odio
le ore
e grondano incedendo furiose
e maledette come poche
ballando sinuose tra un ricordo e un Gin
bevuto tutto d’un fiato
che stanotte ti voglio
così…
un po’ puttana
un po’ misteriosamente solo mia
come vergine sposa
d’un uomo che non c’e’
eppure so che di te non mi sazierò mia dea
che ti cercherò negli angoli bui sotto la lupa
nei cespugli del sottobosco sotto una quercia secolare
che regalerò quattro soldi ad un violinista di strada sui ponti mascherati
per suonare quel bolero che t’accese in un giorno d’agosto
e pigro anche quando tutto avrà il sapore dell’amore
alzerò ancora una mano curiosa
insinuando le dita fra le tue labbra umide
e saprò che di te sapranno tutte le labbra
perchè gioco di forza a volerle tutte
docilmente furiosamente o per sempre tu
ti dirò a maggio che solo tu sei lei
ma nei miei incubi peggiori so
che quando te ne andrai
non ti avrò mai avuto come ora
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