Scritto da © Gigigi - Sab, 31/12/2011 - 15:12
Tutto cominciò in un maledetto giorno di Ottobre, quando l'azienda per cui lavoravo mi mandò a smontare alcuni stands fieristici in Inghilterra e precisamente a Birmingham . Saremmo dovuti andare io e Carlo, ma lui ebbe la bella idea di ammalarsi solo poche ore prima della partenza.
Così mi ritrovai solo in una città di cui non conoscevo neppure la lingua
La prima sera in cui presi camera al Pinguin hotel, in una via centrale di Birmingam, tutto filò liscio e tranquillo in una strana atmosfera di personale disagio straniero. Fu la sera seguente quando tornavo a piedi dal non lontano Centro Esposizione che la mia vita fu segnata... da un grido...
Sentii una donna urlare, un urlo di paura e terrore, di un altezza vocale tale che non si poteva che pensare ad un atto grave, mortale.
Il grido proveniva dal primo piano di una stanza dell'hotel Florence. Poi la finestra che dava sulla
strada si aprì di colpo sbattendo contro il muro esterno della facciata, e una donna sporse la testa fuori e gridò di nuovo
Non ci pensai due volte, entrai di corsa nella hall dell'hotel, con l'intento di avvertire il personale o qualcun altro presente nell'entrata. Stranamente non c'era nessuno, nemmeno un misero facchino,
non mi fermai corsi all'impazzata sulle rampe del piccolo hotel, vidi una porta spalancata del primo piano, vi entrai, e li la vidi...una donna dai capelli chiari e mossi e il viso da bambola.
Indossava un vestito da sera attillato di un rosso sfavillante, un rosso che si scuriva all'altezza dell'addome dove si vedevano chiaramente inferte almeno un paio coltellate. Il sangue aveva raggiunto ormai il tappeto e il pavimento circostante. Si era formata una pozza ricolma di sangue che si allungava sempre più attraverso rigagnoli di morte. La scossi spaventato ed in preda al panico... non si mosse ...era morta ormai
La paura mi assalì, non so perché ma fuggii via. Ad un tratto il non sapere l'inglese mi sembrò un
ostacolo troppo grande per poter spiegare a qualcuno cos'era successo, cosa avevo visto.
Ripercorsi le rampe al contrario, non vidi nessuno e non cercai nessuno, volevo solo uscire da li dimenticando quello che avevo visto e sentito
In men che non si dica tornai al Pinguin hotel e mi rinchiusi nella mia stanza.
Non so per quanto vaneggiai, per quanto la mia mente si occluse di paura e di colpe. Decisi di accendere la televisione e vedere i notiziari, anche se non capivo le parole ero sicuro che avrei visto qualche immagine dell'omicidio al telegiornale locale.
Quella sera non trasmisero nulla sull'accaduto. Pensai che era ancora troppo presto... Non ce la facevo più, trangugiai una porzione folle di gocce per dormire e crollai quasi all'istante sul letto
Il giorno seguente mi alzai con molta fatica, fu il telefono a svegliarmi, era il mio capo che mi telefonò dall'Italia chiedendomi come andava. Non saprei dire cosa gli risposi la mia mente era annebbiata prima dall'immagine dell'omicidio e poi dal sonnifero. Fortunatamente la linea cadde e io non risposi più alle successive telefonate.
Mi vestii alla meglio, di gran fretta e corsi all'hotel Florence ero sicuro di trovarci la polizia o altro
che investigasse sull'accaduto...e invece niente, neppure un lampeggiante né un nastro delimitatore
che suggerisse qualcosa sull'omicidio.
Com'era possibile, certo non conoscevo le usanze del posto ma ero sicuro che in Italia un fatto del genere avrebbe suscitato molto clamore, e invece qui nulla di nulla.
Non so come riuscii a lavorare quel giorno, la mia mente correva sempre a quella donna riversa
sul pavimento di quella stanza d'hotel
La sera riaccesi la tv ma non accadde nulla, non una parola o un immagine...
Inizia a pensare che forse la mia mente si era inventata tutto, che forse quell'urlo
quell'hotel, quella donna fossero un'invenzione della mia mente stressata e scontenta del lavoro
e di quella trasferta così solitaria. Impossibile avevo ancora il sapore del sangue in bocca...
Trascorsero due o tre giorni, la cosa era sempre impressa nella mente, ma diventava sempre più alta la presa in considerazione di una sorta di allucinazione globale, una sorta di “ blackout “ della mente... forse avevo immaginato tutto.
L'ultima sera della mia permanenza a Birmingham stavo ripercorrendo per l'ultima volta la strada che mi riportava in albergo, la stavo percorrendo come una liberazione da un incubo mentale, da una dimensione parallela, catastrofica. Casa mia mi aspettava, l'amavo come non mai...
E invece la vidi... Vidi quella donna, si era lei, l'abito era diverso per colore ma dello stesso modello,
stessa capigliatura bionda, mossa e folta, stesso viso di dea.
Non ne ero sicuro, probabilmente mi sbagliavo... iniziai a seguirla.
Camminò per circa 20 minuti, poi lasciò le vie principali per dirigersi in una strada secondaria che portava a delle casette singole, buie e anonime rivestiti di mattoni scuri, di un marrone che sapeva di vecchio.
Entrò in un villino solitario, la luce nella casa era già accesa.
Mi avvicinai come farebbe un ladro in cerca di refurtiva, guardai attraverso una finestra che dava in un salotto, vidi un uomo, indossava una sorta di abito scuro, mi ricordava il completo di quei prestigiatori di teatro. Lui sembrava avere non pi di 40, 50 anni, solo i suoi capelli sembravano oltremodo bianchi in contrasto con una figura giovanile.
I due parlottarono, mi avvicinai ulteriormente. Sentii che lei iniziò ad alzare la voce dopo di che inizio a piangere copiosamente, disperatamente. Lui non la consolò sembrava stizzito e infastidito da lei. Ebbi paura... e me ne andai.
Ma la mia mente rimase li, in quella casetta di mattoni, dove c'era quella donna che avevo dato per morta, di cui avevo sentito un urlo di disperazione e il sapore del suo sangue.
Come poteva essere ancora viva dopo quei colpi così profondi all'addome, perché in hotel nessuno era accorso a quelle grida ? Come poteva essere essere viva e uscire ancora da quel hotel dopo un fatto così grave ?
Queste domande mi spaccavano la mente, dovevo sapere, dovevo avere le risposte...
Mi rivestii di gran fretta e tornai alla casa. La luce del pomeriggio aveva lasciato il posto a tenebre dense e nebbia in sospensione, ma ero deciso avrei dovuto entrare in quell'abitazione e saperne di più.
Alle finestre le luci erano accese, vidi l'uomo seduto in poltrona mentre fumava e sorseggiava un drink. Della donna nessuna traccia. Rimasi fuori in attesa che la mia mente mi suggerisse qualcosa
ad un tratto mi venne l'impulso di entrare in casa...avrei potuto semplicemente suonare alla porta e vedere quell'uomo nel momento in cui l'avrebbe aperta, ma non lo feci...
Mi avvicinai all'uscio, aprii piano piano il portoncino della casa, trovai una piccola anticamera che dava sul salone e in altre stanze...avanzai verso la poltrona sul quale era seduto l'uomo, senza farmi vedere .
Ad un tratto si girò, mi parve quasi che sorridesse, lo vidi in pieno volto...
poi mi rigirai perché avvertii un rumore, pensai che fosse tornata la donna, uscii piano dalla casa e appena fuori inizia a correre all'impazzata come non facevo più da molto tempo
Arrivato nella stanza dell'hotel mi buttai sul letto e iniziai a cercare di ricordare perché quel volto mi suonasse così familiare....Si lo avevo già visto, ne ero sicuro, ma dove e perché un volto che mi pareva familiare mi ricompariva davanti a Birmingham
La notte che ne seguì fu una notte di pensieri, di angoscia, uno smarrimento totale in cui mi pareva
di affogare...poi ricordai.
Ma certo che stupido... come avevo fatto a dimenticarlo, avevo già visto quell'uomo.
Si... era passato molto tempo...ma era sicuramente lui...L'ho avevo visto esibirsi in un circo vicino casa, molti anni fa, con mio padre, si faceva chiamare il Mago dell'eterno...
Mi spaventò perché alla fine dell'esibizione mio padre mi avvicino alla scimmietta che gli stava sempre in spalla e chiese se potevo fare una foto con lei.
Quella maledetta scimmietta appena scattata la foto mi morse come una furia la mano e mi fece uscire sangue, provai molto dolore e scoppiai a piangere.
Ricordo che ancora prima che mio padre potesse urlare contro al mago , lui prese un bastone e colpì con forza la scimmietta sulla testa e la uccise sul colpo. Poi si girò verso me e mio padre e senza neanche scusarsi disse : “ Nessuno deve assaggiare il tuo sangue, nessuno . “
Ci fece paura mio padre mi prese in braccio e mi portò fuori da quel circo.
Per ironia della sorte nella macchina fotografica c'era la foto con la scimmia. Mia madre non ce la fece buttare dicendo che erano cose che potevano succedere
Quando morì mio padre presi quella foto con me e la misi nel portafoglio in suo ricordo visto che inspiegabilmente non ne trovai altre così nitide che mi ritraessero con lui. Sullo sfondo c'era anche
lui il Mago dell'eterno
Come poteva essere lui ?
Perché la mia vita si era incrociata ancora con la sua ?
Come aveva fatto a non invecchiare ?
Era lui l'assassino della donna ?
Perché quella donna era ancora viva ?
Dovevo tornare ancora in quella casa e questa volta dovevo trovare risposte ad ogni costo..
Mi vestii alla meglio e passo dopo passo mi ritrovai nella strada della casa. Sarei già dovuto essere in Italia da almeno uno o due giorni, ma non potevo tornare, dovevo sapere.
Le luci erano ancora accese all'interno, mi avvicinai di nuovo al portoncino, lo aprii con cautela ed entrai. Sentii la voce della donna. Parlava in una starna lingua che non era né inglese né italiano. Il suo tono era alto e sembrava spaventato. Poi iniziò a parlare a voce più alta, infine la sua voce si ruppe in una sorta di pianto misto ad ira.
Apparve lui entrando da una saletta adiacente. Anche lui sembrava agitato... I due discussero ad alta voce poi inaspettatamente lui gli si avvicinò e gli diede uno schiaffò violento. Lei cadde a terra continuando a piangere. Gli disse qualcosa ma non capii cosa . Lui urlò poi andò vicino alla scrivania afferrò un lungo fermacarte color argento e si avvicinò a lei. Non ci pensai ulteriormente, saltai fuori dall'angolo in cui ero nascosto e lo affrontai.
“ Piantala “ gli gridai “ L'hai già uccisa una volta, non lo rifarai di nuovo ! “. Lui si fermò mi sorrise e mi disse :” Eccoti finalmente sei arrivato. Sei venuto ad aiutarmi... Aiutami ti prego, aiutami...”
“ Tu sei pazzo” gli risposi” Io non so nemmeno chi tu sia, come faccio ad aiutarti ? “
“ Si che lo sai, una volta ho già assaggiato il tuo sangue e solo tu mi puoi aiutare “.
Ad un tratto la donna si rialzò e gli si buttò addosso. Lui se ne liberò con uno strattone. Lei gridò “ No non più non questa volta muori maledetto “. non fece nemmeno in tempo a finire la frase che l'uomo alzò il fermacarte e gli sferrò un fendente... Io mi misi di mezzo, sentii un forte dolore al petto e caddi senza vedere o sentire nulla.
Qualcuno qualche tempo dopo mi strattonò...era un agente della polizia chiamato da un abitante del vicinato incuriosito da un uomo sconosciuto riverso su una panchina in un parco non distante dalla casa .Mentre l'auto della polizia mi riportava al Pinguin hotel passammo affianco all'abitazione del mago. C'era la polizia e stavano portando fuori un corpo. Dal telo che lo copriva spuntava un braccio, lo riconobbi era bianco e liscio come quello della donna del mistero.
Questa volta era morta davvero. Non capii quello che successe , il perché non mi trovassi in quella casa ma in un giardino pubblico. Il perché nonostante il dolore della colluttazione non avessi ferite né sangue sui vestiti. E poi c'era quella donna morta per ben due volte...
La mia azienda mandò qualcuno a riportarmi a casa. Dissero che ero caduto in uno stato di trans emotivo. In realtà io ricordavo tutto, proprio tutto. La donna, il mago, la casa, le pugnalate
Mia moglie se ne è andata. Dice che da un po di tempo non mi riconosce più. Dice che il mio viso sta cambiando giorno dopo giorno. Dice che la mia voce è diversa... che i miei capelli stanno diventando insolitamente folti e bianchi... Io non mi riconosco più, la mia pelle è fresca e chiara. Ho paura... non so che mi sta succedendo. Non lasciatemi da solo aiutatemi vi prego. Siete qui per aiutarmi... aiutatemi vi prego, qualcuno mi ha assaggiato il sangue...forse potrei assaggiarne anch'io
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