Scritto da © Antonella Iuril... - Lun, 26/12/2011 - 09:33
Sono decisioni difficili che possono causare, almeno sulle prime, rigidità ed irritazione Per molti cambiare equivale a morire, e certe persone preferiscono morire piuttosto che cambiare, ma la vita ci richiede continui cambiamenti, nulla è lineare e nulla dura per sempre.
A volte siamo pervasi da un meraviglioso senso di rilassamento e di calma, ci sembra che ogni cosa abbia la sua giusta collocazione, l’assonanza è perfetta. A seconda della nostra formazione e della nostra forma mentale, ricorreremo a diverse interpretazioni per rendere l’essenza di questi momenti.
Le scienze mediche direbbero: “Siamo di fronte a un riequilibrio dei livelli di serotonina nel nostro cervello, il che giustifica il senso di gioia”. La religione sarebbe più portata a dire : “E’ la conseguenza della percezione del potere divino che fluisce liberamente in noi”. Altri ancora sono più portati ad affermare : “Dipende dall’amore; siamo innamorati oppure stiamo percependo l’amore intorno a noi da parte delle persone importanti della nostra vita”. A loro volta i leaders politici direbbero che proprio per questo motivo che dovremmo votare per loro.
Il problema è che ognuna di queste affermazioni, a modo suo, è valida. Quando descriviamo un sentimento esprimiamo la nostra personale concezione del mondo e la presenza di molteplici modalità espressive non diminuisce la validità e la realtà del singolo. Tutti vogliono avere ragione; avere ragione ci fa sentire importanti, legittimati e soprattutto vivi; nessuno vuole sentire che la propria vita è priva di senso Quando sentiamo di avere ragione, ci sembra che la nostra esistenza abbia un impatto sul mondo e di conseguenza una sua validità. È una specie di lente rosa attraverso la quale filtriamo la durezza e la paura del mondo, dell’imponderabile.
I problemi però emergono quando i nostri sentimenti e le nostre interpretazioni entrano in opposizione con quelle altrui; quando le nostre convinzioni personali politiche o religiose ledono la dignità e l’integrità di altre persone; oppure, quando a distanza di tempo, ci si rendiamo conto che quanto credevamo sacrosanto in realtà si è rivelato dannoso per noi e per gli altri.
A quel punto sarebbe ragionevole cominciare a riflettere e mettere in conto la possibilità di avere commesso degli errori. Ma ammettere di avere sbagliato, può far nascere paura e senso di umiliazione, specie se i nostri genitori ed i nostri educatori erano impregnati di perfezionismo, moralismo e non avevano compassione e comprensione per la nostra fragilità e vulnerabilità.
Tuttavia l’ammissione dei nostri limiti e dei nostri errori può avere una grande funzione liberatrice; quando si dispone di sufficiente flessibilità per disancorarsi da idee ormai obsolete, e non più funzionali al nostro processo di crescita e di miglioramento della qualità della nostra vita, a quel punto la nostra visione del mondo inizia a cambiare prospettandoci nuove opportunità di crescita e conoscenza.
Ma per raggiungere questa nuova realtà abbiamo bisogno di prendere in considerazione anche le opinioni altrui, magari smetterla di considerare stupidi i sentimenti o le aspirazioni degli altri, solo perché ci sembrano diversi dai nostri.
Gioverebbe al nostro senso di pace e di armonia ricordare che i sentimenti e le aspirazioni di tutti gli esseri umani provengono spesso da identiche motivazioni; l’unica differenza è il filtro utilizzato, e di conseguenza la loro lingua.
Sebbene ci siano punti sui quali non si giungerà mai ad un accordo, dobbiamo imparare ad andare oltre le parole e guardare ai sentimenti nascosti dietro le parole. Questo atteggiamento è funzionale alla possibilità di identificare un cuore comune da cui partono rami diversi.
Per raggiungere questo elevato obiettivo è necessario essere autentici e sinceri, lasciando emergere la nostra diversità ed avere il coraggio di ammettere i nostri errori.
Solo in questi termini potremo valutare quanto la nostra umanità possa ancora lavorare su questo pianeta per creare un futuro di vita decorosa e sensibile, senza dover ogni giorno ingaggiare lotte senza fine.
Sono decisioni difficili che possono causare, almeno sulle prime, rigidità ed irritazione Per molti cambiare equivale a morire, e certe persone preferiscono morire piuttosto che cambiare, ma la vita ci richiede continui cambiamenti, nulla è lineare e nulla dura per sempre.
Flessibilità, fiducia e capacità di mettersi in gioco sono requisiti necessari per affrontare l’imprevedibilità di molti cambiamenti, altrimenti si rischia di divenire fossili ancorati ad alberi morti, molto prima di passare a miglior vita.
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- Blog di Antonella Iurilli Duhamel
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