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L’inizio della ricerca

 
 
ATTO I
 
“Dopo tutto, sir Harry
Nella vita ci vuole coraggio, sapienza, intelletto, saggezza, abilità, temperamento e una grande donna.
Sa sire, che me lo aspettavo
Non poteva essere altrimenti
Mia madre lo dice sempre, lei è un femminista convinto.
Ognuno di noi ha le proprie debolezze, che bisogna trasformare in punti di forza.
Questo può solo avvenire se si è coscienti dei propri limiti e non mentendosi mai.
Cosa vuole dire?  Sire.
Qualunque cosa tu abbia inteso.
Adesso, vuoi dirmi qual è il tuo vero nome?
Gabriel, come il suo discepolo.
Mai dimenticare il passato, sembra essere la lezione di questa storia.
è solo una coincidenza Sire.
Forse, chi lo sa?
Raccontami un po’ di te, sentiamo come sei finito qui a Camelot.
Sono cresciuto lontano da tutti, il mondo sembrava correre alle mie spalle e poi superarmi.
Poi il cambio di coscienza, la pubertà, l’adolescenza, il viaggiare, il percorrere strade dai mattoni dorati,
Antichi libri come consiglieri, feste, alcol, droghe e in fine la condanna: il silenzio, il buio, la morte.
Ancora rinascita, tormento, delusione, sconfitta: nuovamente sulla terra.
Chi sei veramente?
Non sono nessuno.
Allora vuol dire che sei uguale a tutti?
No, io sono uguale solo a te.
Mia madre mi ha creato a tua immagine e somiglianza,
Era solo per citare qualcuno d’importante, scusi Sire.
In verità come lei vede, mi ha dato più il suo aspetto che il tuo
E  francamente ne sono contento.
Cosa vuoi allora da me? Gabriel figlio di Morgana.
Il regno di Chimera.
Perché  dovrei cederlo a te?
Perché  sono un Re, non posso essere un tuo cavaliere.
Sempre la stessa storia, anche tu……………………………………
Vuoi fare la fine di Gabriel S.
Io sono meglio e tu lo sai!
Dovrai dimostrarlo.
La legge è uguale per tutti qui a Camelot, tutti hanno le stesse possibilità.
Nessuna eccezione, ne anche per la mia immagine e somiglianza.
Te lo dimostrerò.
Dimmi quello che devo fare per dimostrartelo.
La Sfida è per tutti quelli che come te si sentono dei Re.
Avrete tutti la stessa missione.
Come da tradizione, dovrete trovare il Graal di Camelot.
Che cosa?
Dobbiamo trovare il Graal?
No il Graal, ma il Graal di Camelot.
Che cosa è? Un altro calice?
No, è solamente il Libro.
Il LIBRO DA NON APRIRE, dove c’è la spiegazione di tutto: la suprema sapienza dell’umanità intera.
Come lo trovo?
Cercando ovviamente.
Anche se sarà lui a trovare il prescelto.
Sai che non tutti possono leggerlo.
So la storia.
Alcuni non vedono che pagine bianche,
Altri, righe e lettere incomprensibili
altri, impazziscono per non aver sopportato tutto quel sapere
e in fine, quelli che sono diventati  cechi e muti.
Bene, dato che sai che cosa è, comprenderai che il posto migliore per questo libro è Camelot.
Ovviamente.
Mostrami tutte le tue virtù
Mostratele al mondo intero e il mondo intero cadrà ai vostri piedi.
Riferisci quello che ti ho detto a tutti i cavalieri, è inutile che mi ripeta: la legge è uguale per tutti.
Certamente Sire.
Adesso vai Gabriel figlio di Morgana, non posso fare più niente per te.
Salute Sire.
Salute Cavaliere.”
 
Gabriel riunii tutti i cavalieri ed espose quello che dal Re gli fu riferito.
Tutti i cavalieri interessati si prepararono per realizzare la propria leggenda personale: creare il proprio mito.
Re Jack non aveva più dubbi, il suo regno sarebbe stato ancora più famoso di quello di Re Artù.
Non era la ricerca del Graal la sua ambizione, ne trovare il libro, ma nella ricerca sapeva che molti dei suoi cavalieri avrebbero diffuso il suo nome, alcuni di loro sarebbero diventato Re di qualche regno e lui sarebbe diventato il Re dei Re. Cosa volere di più? Pensava Re Jack
“La pace e la tranquillità”, Merlino interruppe i suoi sogni così bruscamente che gli parve essere divenuto un incubo.
 
“Maledizione Merlino!
 Ero immerso nel più bel sogno che potessi mai fare.
Per ora solo un sogno deve rimanere.
Che succede Merlino?
Sto lavorando per realizzarlo, non posso più sognare?
Sire, anche i più grandi imperatori romani avevano un uomo che li teneva con i piedi per terra:
Per non arrivare a credere di essere onnipotenti.
Ma io non voglio essere ne credere d’essere onnipotente
Voglio essere solamente immortale, le genti mi dovranno ricordare per i secoli avvenire.
Cosa di poco conto, Sire.
Bene Merlino, cosa c’è?
Ero solo venuto a vedere come stavi, ho visto molti dei tuoi cavalieri uscire
Alla ricerca del Graal di Camelot, che succede?
Ogni regno ha un suo Graal e il nostro è il Libro della suprema conoscenza.
Sai che nessuno è mai riuscito a trovarlo e a provare la sua esistenza.
Allora, vogliamo rinunciare?
Sai che quel Libro deve stare a Camelot, è il posto più sicuro in cui si possa trovare.
Hai promesso in cambio?
Chimera.
Bene, un regno per la suprema conoscenza, scambio equo mi sembra.
Sai che non tutti possono leggerlo, solo il prescelto può trovarlo e leggerlo.
Perché  tutto questo?
Merlino, perché  tutte queste Paranoie? cosa c’è sotto?
Ricorda, il potere corrompe se stesso, ovunque, anche a Camelot.
Sai che qui non può succedere, Sono io il Re.
Stai attento.
Va bene Merlino.”
 
“ Il libro si trova nelle mani del più grande saggio di tutti i tempi, non è conosciuta la sua ubicazione e ne  anche il nome del sommo saggio. Quei pochi che lo hanno visto sono scomparsi con lui, troppa la sapienza ricevuta per un singolo essere”.
 
“Cosa devo fare? Madre.
Solo non cercarlo.
Non posso!
Va bene Gabriel, ti ho avvisato.
Vengo da te, fata delle fate, e tu non mi aiuti?
Ti ho già aiutato, il libro non si cerca e lui che cerca.
Voglio il regno di chimera, mi spetta, sono l’uomo giusto, lo so.
Stai attento a quello che vuoi essere, quello che sei ora non scordare.
Va figlio mio, cerca la tua immortalità.
Grazie madre per la tua benedizione.”
 
ATTO II
 
Jack, deluso da tante polemiche e tanti perché, si aggira tra i dormienti, essere Re comporta tante responsabilità, prima fra tutte: rendere il proprio regno un luogo sicuro. “E quale metodo migliore se non conoscere il proprio nemico?” Pensava fra se.
 
Il centro della natia città era affollato, pieno di dormienti, il Re si aggirava con sguardo attento, studiava quella folla gregge che lo circondava, e ad un tratto vide qualcosa d’interessante: un pagliaccio, artista di strada che era circondato da una discreta folla. Si avvicinò e un misto tra sorpresa e delusione lo assalì: la folla lo guardava stupita, non rideva delle sue sciocche moine, era in silenzio. Il pagliaccio era diventato triste, non faceva più ridere.
Re Jack si fermò un istante e poi si diresse verso quello che sembrava l’agonia in persona e gli disse: “Non prendertela, hai sbagliato ora, ci sono solo dormienti in giro e a quanto pare  sembra che tu sia diverso da loro. Raccogli le tue cose e riprovaci questa sera.”
Il pagliaccio sembrava scioccato, il suo sguardo sembrava dire: Tutte a me capitano, adesso anche un folle doveva apparire.
Il Re lesse il suo pensiero nello specchio dell’anima e come niente fosse si allontanò.
Sapeva che un giorno lo avrebbe incontrato nuovamente, e  forse quel giorno sarebbe stato in grado di riconoscere il Re. “Tanti viaggiatori inconsapevoli, come lo sono stato io un tempo, incontro sul mio cammino”, penso Jack.
Le strade piene l’opprimevano, tante genti ammassate  per qualcosa che in fin dei conti, non rappresentava altro che il loro modo di sentirsi vivi, cioè non rappresentava niente.
“Vagare tra i dormienti  era qualcosa di veramente “meraviglioso”: riuscire a guardare la tua stessa specie ridursi come tanti stupidi automi non era per niente facile da sopportare”, pensava Jack.
 
Delle grida, urla femminili, distrassero il Re dai suoi pensieri, immediatamente il cavaliere Jack si diresse verso quell’orribile suono, e quando fu arrivato alla fonte di quelle grida, ancora una volta la rabbia verso i miseri uomini lo assalì: la fanciulla veniva picchiata da un uomo e la folla circostante non osava far niente, allora Re Jack impugnò la spada e si avvicinò, l’uomo così forte con una fanciulla, scappò via.
Jack si apprestava a ricorrerlo quando la fanciulla in fiore lo trattenne per un braccio: “lo lasci stare la prego, è solo un povero uomo”. Il cavaliere si calmò, “non era il momento, poi avrebbe ricevuto la punizione che meritava, comunque e dovunque i conti si pagano”, pensò.
 
Grazie nobile signore.
Prego fanciulla in pericolo.
Mi chiamo Melody e voi?
Solo Jack ti prego.
Ma prego si alzi, posso invitarla a farsi vedere in ospedale?
No, non è niente, adesso sto meglio, grazie.
Allora posso offrirle qualcosa da bere? Un bicchiere d’acqua?  Un caffè?
Meglio se qualcosa di forte.
Va bene.
 
Re Jack e Melody si avviarono verso il più vicino bar, si sedettero e ordinarono.
 
Cosa fai nella vita? Jack
Sono uno scrittore, un poeta, un filosofo.
Bene, ma cosa fai per vivere?
Che significa?
Qual è il tuo lavoro?
Essere è una cosa, fare è un’altra.
Per me, forse sono fortunato, è la medesima cosa.
Io sono una cantautrice, e faccio la cameriera in un pub.
Quello era il mio ex ragazzo che non accettava di essere il mio ex.
Avevi fatto una bella scelta, proprio indovinata.
Se non sono cattivi, selvaggi, Belli e tenebrosi, non mi piacciono.
Allora ho sbagliato a salvarla, mi dispiace.
 
Jack prende il denaro e paga la consumazione, si alza senza dire niente e se ne va.
“So già come andrà a finire, non vale la pena rodersi, ne combattere per una dama così, farà sempre quello che ha continuato a fare”, pensò .
“Questa camminata tra i dormienti è stata una amara passeggiata tra storie tristi e vecchie come solo i dormienti sanno fare”.
“Il regno dei dormienti era il luogo dove molte storie avvengono, ed è solo in questo luogo di disordine e caos che sono disseminati tesori che ben pochi troveranno e ancora di meno sono quelli che ne sono a conoscenza. Per questo motivo che nascono i regni come Camelot e Chimera, rifugi dove i tesori trovati vengono conservati e goduti da esseri che ne apprezzano il loro valore. Oltre ad essere luoghi sicuri per i cercatori, i viaggiatori e i dei da marciapiede”.
Re Jack era immerso nei suoi pensieri quando il tramonto cominciò ad annunciare a tutti i cittadini dei regni della notte che era il momento del riposo e della pace: le porte si stavano aprendo, chi voleva entrare sapeva che da quel momento avrebbe potuto.
Lui aveva fatto il suo dovere, aveva girato tra i dormienti per proteggere le mura del suo regno da quella parte dei dormienti che governava la folla gregge, intenta a distruggere tutti i regni sorti nel corso degli anni. Aveva anche lui intrapreso la ricerca del Libro ma il suo tempo era notevolmente ridotto dai doveri del Re ma adesso era il momento di tornare a Camelot per ricevere anche lui la sua parte di pace e tranquillità.
Re Jack si diresse verso Camelot con la consapevolezza che non poteva continuare così, aspettava con impazienza il momento in cui si sarebbe ritirato definitivamente a Camelot. 
 
 
Jack Pèenses
 
 

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