Scritto da © Il Folletto - Mar, 22/11/2011 - 13:12
Fammi tua terra nel tremore di un brivido
per piantarti albero e ventose frasche.
Sapremo condurci fra sentieri di deliri
cingendo cosce d'edera i fianchi,
attesi nuovi confini
che siano per te roccia
arco di desiderio da scalare.
Fai delle mani ticchettio
di pioggia sulla pelle tua corteccia,
culla di un battito di più calda brama.
Fatti vuoto per accogliere
quel che di me desideri,
tesa volta di passione,
nel compimento di appetiti e lenta fusione.
Nel divenire ondoso di tentazione
ora sei mare, interno abbraccio
dove morire per poi rinascere
in un abisso di spasmi,
che avvolgono e sconvolgono
in caleidoscopico eros.
(a quattro mani con SempreGiò)
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