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Scritto da © giuseppe pittà - Lun, 14/11/2011 - 23:33
dalì mi aveva avvertito: mai vestirsi di gala per cantare in bagno
ospito
pulci ammaestrate
nelle speranze dei giorni di caramelle
funamboliche e tanto equilibriste sui fili elettrici
e
amo le mie pulci
da perfetto maestro di meraviglia
nella perfezione della marmellata di ribes
rossa
al punto giusto
con la rivoluzione
nel cuore
mi sporgo dall'orizzonte cadendo senza rete
mentre canto stonato una specie di marsigliese
nell'abbraccio statico delle volontà testamentarie
ma
ho
ho uno scatto folgorante
di reni
per afferrarti in cinta
semiparalizzato da una paura vecchia stantia
quella di perderti mentre già ti perdo
nascosto dal desiderio del tuo seno bianco
che le strisce del costume
hanno isolato
mostrandolo nudo
e crudo
quaggiù
di un sole di carta stagnola
nell'iquadratura da sergioleone
nel destino della spiaggia
che ride
della visione a francobollo
qui
in bilico
sulla collina del cuore
dove sbattono i flutti della deriva
qui
tre me ed il sogno di me
nella goccia che favorisce le cascate
con il sorriso dell'obitorio
dove
contenti come pasque
tagliando
di buona lama
le ultime verità conosciute
loro
che sono sempre migliori
servono con le patatine tutti premi e cotillons
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