di notte in notte, senza tanto senso | [catpath] | giuseppe pittà | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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di notte in notte, senza tanto senso

di pause e puntini nella righe del mio concerto  ovvero storie e storielle di un gatto in adidas biancheblublù
 
per questa notte che soffia solo pentimenti di una crisi che non conosce tregua con l'onda della nausea che mi sale in gola come a volermi strozzare con la sue drastiche conclusioni in questa notte che è più notte di tante altre perché si oscura del tutto negandomi perfino quel chiarore che sono il dono dei  miei gatti quelli che vogliono riesco con loro a leggere le righe di ogni istante di oscurità
 
per questa notte che urla come non mai con gli abbracci del carnefice nelle parole di uno cento deliri che ci partono di testa come se fossimo tutti dentro un film a recitare il fuoco di una violenza che ci appartiene tutta e non ci lascia liberi e siamo dentro le pieghe di una decisione da prendere se continuare o no il sogno se consegnare quel che ci ostiniamo a chiamare amore alla certezza della parola che più astratta di così si muore e non ci sono minuti di resurrezzione anzi si muore del tutto punto stop
 
per questa notte che è categoria di un sentire che mi spinge alla schifezza del latte che non ho mai sopportato neanche dice mia madre quando ero di pochi giorni come di quel capodanno che arrivò subito dopo il mio natale ed ebbi la sublime gioia di sfiorare la fine del tutto involando tra le braccia tese di una stregoneria costruita a futuro come fossi davvero il protagonista assoluto di un futuro tutto da venire in un horror da quattro soldi con il sangue vero a sostituire quello finto e le corde di un desiderio a restituirmi all'ebbrezza estrema della cosiddetta vita 
 
per questa notte che è notte di baldorie per la più grande tra le bugie posta a segnalibro tra le pagine semigrigie di un vecchio volume di vecchie poesie dove noi due o forse tre o quattro siamo disposti come in un torneo di stanchi cavalieri tutti alla fine di una onorata carriera di perdigiorno tutti disponibili all'autoricatto tutti rotolanti nella destrezza del potere dove esercitiamo di fino l'arte di prenderci sempre più cose buone mentre il giorno stravaccato al sole del prossdimo avvenire parla lingue difficili da pronunciare perché i luoghi che erano lontani sono ora vicini anzi sono già noi sono quel che siamo senza incertezze ed è perciò per questo per tutte queste ragionevoli ragioni che ci autospendiamo il respiro così capita alla fine del più amabile dei percorsi io stesso nel pieno di tutte le facoltà mentali dichiaro la bontà del fallimento e dando per scontato il certo addio m'immergo in vasca contando fino a trentanove le bolle dell'aria poi uscendo o entrando nell'abito dello stronzo vado a esaurimento delle scorte e decido ch'è meglio quel che è meglio e chiudo lì ch'è tardi 
 
 

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